Capitolo 46

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Il giorno dopo, Percy stava a lezione di Incantesimi. Peccato, però, che la sua mente fosse da tutt'altra parte. Pensava a quello che aveva visto nel suo ultimo incubo, quella notte.

Quel maledetto incendio gli aveva distrutto la vita. La sua famiglia si era divisa e tutto era andato a rotoli. Percy, secondo il consiglio di Piper e Miller, era andato in biblioteca a cercare negli annuari ma non aveva trovato nulla.

Proprio nulla. Era questa la cosa strana: non c'era stata nessuna Sally Jackson ad Hogwarts. Ma allora come faceva a conoscere la scuola se non c'era mai andata e, soprattutto, come aveva fatto a conoscere suo padre lì?

Percy non riusciva a capirci più nulla, ormai. Tutto era diventato troppo complicato, troppe cose non quadravano. - Signor Jackson, può dirmi di cosa stavamo parlando? - il professore lo riscosse dai suoi pensieri.

Percy non ne aveva la minima idea. Il suo cuore prese a battere a mille. Grazie al cielo Frank accorse in suo aiuto: facendo finta di prendere appunti, Frank scrisse l'argomento che il prof stava spiegando: gli incantesimi di protezione.

- Gli incantesimi di protezione - rispose Percy, cercando di sembrare calmo. Il prof lo fissò per qualche secondo, ma poi lasciò perdere e continuò la spiegazione.

Percy si concesse un sospiro di sollievo: l'aveva scampata. Già si vedeva buttare fuori dalla classe. - Grazie - sussurrò a Frank, seduto accanto a lui.

- Di niente - sussurrò lui di rimando. Quando la lezione finalmente finì i due dovettero dividersi: Percy aveva Difesa Contro le Arti Oscure con i Corvonero mentre Frank avrebbe dovuto raggiungere Grover e Tyson a Pozioni.

- Ci vediamo a pranzo - lo salutò Percy per poi dirigersi nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Arrivò un paio di minuti prima, perciò tirò fuori il libro in attesa che arrivasse Piper.

Lei si sedette accanto a lui un minuto dopo. - Buongiorno - lo salutò dandogli un bacio sulla guancia. - Non ci siamo visti per niente oggi. Come hai dormito?

Percy sospirò. - Ho avuto un altro incubo - rispose. Lei lo guardò dispiaciuta e lo abbracciò. Percy non si tirò certo indietro: aveva così bisogno di sapere che c'era qualcosa di vero nella sua vita, in quel momento.

Lei sorrise e ridacchiò stringendolo forte a sé. - Sei così dolce, amore mio - gli disse, poi quando Percy si staccò gli accarezzò una guancia. - Vedrai, tesoro, andremo in fondo a questa storia. Ora però é meglio concentrarsi sulla lezione, che ne dici?

Percy le diede ragione: quel giorno Piton spiegò proprio come difendersi dagli incantesimi di controllo della mente, come Legimens. Percy ascoltò con attenzione ogni cosa: forse così avrebbe potuto impedire a Voldemort di entrargli nella mente quando gli pareva e piaceva.

Purtroppo però questi funzionavano solo quando si aveva un contatto diretto con l'avversario. Miller spiegò che questo tipo di magia veniva usato principalmente dai mangiamorte per ottenere informazioni dai prigionieri.

Ma questa magia poteva essere usata anche per scopi minori, come sapere i pensieri di qualcun'altro o comunicare con qualcuno. Miller precisò che questo tipo di magia apparteneva alle Arti Oscure e per questo era proibito usarla.

Miller elencò gli incantesimi da cui difendersi. Mentre Piton e Miller interrogavano gli ultimi che erano rimasti senza voto, Percy si rivolse a Piper. - Voldemort é entrato nella mia mente - disse a Piper. - Anche se non riesco a capire come sia possibile senza che mi abbia mai visto.

Piper ci pensò un po' su. - Forse dovresti chiedere ad Harry - gli suggerì mentre faceva un piccolo scarabocchio al bordo della pagina con la matita. - Lui ha a che fare con Tu-sai-chi praticamente da quando é nato. Sai la sua storia?

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