Capitolo 13

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Percy la condusse alla Torre di Grifondoro prendendola per mano. La Signora Grassa fece una faccia maliziosa quando i due ragazzi le arrivarono davanti. - Qualcuno ha portato un'amica, eh?

- Zuppa di prugne - disse Percy, sbrigativo. Ci mancava solo lei a prenderlo in giro, non bastavano Frank, Grover, Tyson, Harry e Ron. - Non ci si metta anche lei, per favore.

La Signora Grassa li fece passare, così sbucarono nella Sala Comune di Grifondoro. C'erano molti ragazzi nella Sala Comune, ma Percy non vide né i suoi amici né Harry e Ron. Prese Piper per mano, che lo seguì in silenzio lungo le scale che li avrebbero portati al dormitorio maschile dei Grifondoro.

Piper rimase in silenzio, guardandosi intorno. - Ti prendono in giro? - gli chiese, guardandolo con i suoi occhioni verdi. Percy notò che le sue mani erano gelide, perciò la strinse a sé per scaldarla.

Lei gli sorrise riconoscente. - Sì - rispose Percy, con poca enfasi. Le diede un bacio sulla testa, facendola sorridere appena. - Non la smettono mai. Poi fanno un sacco di commenti su di te, come se stessi con te solo perché sei bellissima. Mi dà molto fastidio quando fanno.

Piper lo guardò per un secondo. - Stiamo insieme da ieri e già sei protettivo nei miei confronti? - gli domandò, come se fosse assurdo. - Come sei dolce. Sono contenta di aver detto di sì, ieri.

Percy arrossì e Piper lo notò, ma non disse nulla e si limitò ad alzarsi sulle punte e dargli un bacio sulla guancia. - Quando andavo nelle scuole babbane, prima di scoprire di essere un mago, i miei compagni ricconi facevano allusioni su cosa facesse mia madre per potermi mandare lì. É per questo che me la prendo se lo dicono a mia madre o, in questo caso, alla mia ragazza.

Piper annuì e fece per dire qualcosa, ma poi Percy si fermò perché erano arrivati in camera del ragazzo. Percy aprì la porta e grazie al cielo non c'era nessuno, a parte Blackjack. Il gatto si alzò da dov'era e andò a strusciarsi contro le caviglie di Percy, miagolando.

Piper sorrise al gatto, poi entrò al seguito di Percy che si diresse alla sua scrivania. - Chiudo la porta? - gli domandò Piper, guardando il corridoio. Percy annuì così chiuse la porta.

La ragazza si sedette sul letto di Percy, che quella mattina non si era preso la briga di fare. Si sentì un po' in imbarazzo per questo, perciò con un colpo di bacchetta rifece il letto. Piper lo guardò.

Aveva i capelli neri scompigliati, ma per lei perfetti. Era abbastanza muscoloso, anche se la ragazza non capiva come potesse mantenerli senza fare attività fisica. La sua carnagione era pallida, ma le guance erano rosse a causa del freddo.

Il ragazzo si guardò intorno in cerca di qualcosa, così Piper poté ammirare i suoi bellissimi occhi verdi: grandi e di un colore molto raro ma bellissimo, secondo Piper. Erano di un colore misto tra l'azzurro chiaro, quasi grigio e il verde acqua. Aveva anche delle pagliuzze argentate che sembravano riprodurre il movimento delle onde del mare.

Percy le diede di nuovo le spalle per abbassarsi e cercare il quaderno di Storia della Magia nel cassetto della scrivania. Il gatto nero di Percy, Blackjack, le si avvicinò e si accoccolò a lei, facendola sorridere. Il ragazzo trovò finalmente il suo quaderno e si sedette anche lui sul letto.

Sospirò, ritirandosi la penna nella mano. Poi si accorse che Blackjack si stava praticamente spalmando contro la sua ragazza in cerca di coccole. Sorrise e scosse la testa. - Ruffiano - commentò, poi sorrise a Piper.

Lei trovò il suo sorriso meraviglioso: appena accennato, una curva all'insù. - Cominciamo? - le propose. Piper si riscosse dai suoi pensieri e annuì, tirando fuori il libro dalla sua borsa.

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