Capitolo 43

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Era stata una giornata stancante per Percy. Per prima cosa, aveva avuto un incubo. Poi aveva avuto due ore di Erbologia la prima e la seconda ora, che era la materia più noiosa per lui.

In quel momento si trovava in biblioteca: doveva fare una ricerca per Storia della Magia. Ognuno doveva farla per sé, ma aveva chiesto aiuto alla sua Piper, che aveva accettato senza problemi.

Si sistemò ad un tavolo in modo che gli altri non potessero fregarglielo. Tolse dalla borsa dei libri quello di Storia della Magia, un paio di pergamene, una piuma e l'inchiostro.

Percy fece una smorfia: odiava scrivere con le piume. Non sapeva neanche maneggiarle bene. Preferiva di gran lunga le penne normali. Stava finendo di sistemare il tavolo, quando Piper gli comparve accanto.

- Cominciamo? - Percy, che non si era accorto che era arrivata, fece un salto, il cuore che saltava un battito. - Merlino, Pip, mi hai spaventato! - esclamò, mantenendo sempre un tono di voce basso perché si trovavano in biblioteca. - Comunque sì, cominciamo.

Lei gli accarezzò un guancia. - Scusa, amore - si scusò. Percy arrossì e abbassò lo sguardo, così lei gli stampò un bacio sulla guancia. - Allora, su cosa devi fare questa ricerca?

Percy aprì il diario, dove aveva scritto l'argomento. Ebbe un po' di fatica a leggerlo perché era scritto piccolo. - Il rapporto tra il mito e la magia - rispose, per poi sfogliare pagina. - La McGranitt ci ha consigliato questi libri - e poi elencò una serie di titoli.

- Va bene - disse Piper, tirandosi i capelli indietro con una mano. - Vado a prendere il primo. Cominciamo con ordine, okay? Uno alla volta, così non ti stanchi troppo.

Percy annuì e le diede un bacio, poi la guardò sparire tra gli scaffali. Lui intanto cercò la pagina giusta sul suo libro di Storia della Magia. Sarà un'ammazzata, pensò. Odiava questo genere di compito.

Quando era nelle scuola babbane gli bastava cercare su internet e ne trovava una già bella che fatta, avrebbe dovuto solo cambiare qualche parole. Lì invece doveva fare tutto a mano e sfogliare una quantità di libri che gli faceva girare la testa al solo pensiero.

Sentì qualcosa salirgli sulle spalle, ma non si spaventò: ormai sapeva che era Blackjack. Quel gatto lo seguiva dappertutto. Gli leccò una guancia per poi saltare sul tavolo. Si mise seduto sul tavolo, la coda che sventolava di qua e di là.

Percy gli fece una carezza e fece per scrivere il titolo della ricerca, ma sentì Piper che lo chiamava da dietro uno scaffale. - Pip? - la raggiunse lui. -Cosa c'è?

Lei indicò un libro in uno scaffale in alto. - Ho trovato il tuo libro - spiegò, prendendogli una mano tra le sue. Si strinse nelle spalle, con un sorriso. - Ma non ci arrivo. Me lo prendi tu che sei alto?

Percy le sorrise. - Certo - le assicurò, per poi allungare il braccio a prendere il fantomatico libro. Lui ci arrivava senza problema. Lo porse alla ragazza. - Ecco qui.

Lei lo prese e gli sorrise, poi si mise tra le sue braccia. - Mi sembra di essere una tappetta - ammise, facendo ridere il ragazzo, che la strinse a sé. Lo guardò con i suoi occhioni castani e nascose la testa nell'incavo del suo collo.

- Non sei bassa, Pip - la tranquillizzò il ragazzo ridacchiando. Era così carina con quegli occhioni che gli veniva voglia di riempirla di baci e stringerla come un orsacchiotto. - Sono io che sono alto.

Lei gli sorrise e gli accarezzò una guancia. - Sei bellissimo, Percy - gli disse, per poi sciogliersi dall'abbraccio e andare verso il tavolo. A Percy non resto che seguirla.
- Ehi, mi aspettavo qualcosa di più! - si lamentò, mentre lei posava il libro sul tavolo. Si voltò verso di lui e allargò le braccia, così lui non se lo fece ripetere due volte.

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