Capitolo 66

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Quella stessa sera, Percy raccontò i suoi amici della sua partenza. Ci furono abbracci, addii e questo non migliorò per nulla l'umore del ragazzo. Si sdraiò sul suo letto e accarezzò Blackjack, poi si costrinse a ricomporre il suo baule.

Fu una delle cose più difficili che avesse mai fatto. Non voleva andarsene da Hogwarts, ma sapeva che suo padre aveva ragione. Non poteva restare lì nel pericolo dei mangiamorte. In più, nonostante tutto, non vedeva l'ora di tornare a casa.

Sarebbero stati per un po' dal padre di Piper, poi Percy sperava che sarebbero tornati in America. Sperava anche che Piper venisse con lui, perché senza di lei non avrebbe avuto senso. Non voleva vivere un giorno senza di lei. Mentre prendeva la loro foto dal comidino, si fermò un attimo a guardarla.

Era quella in cui Piper era seduta su di lui e sorrideva alla fotocamera. Era bellissima. I suoi occhi brillavano e il suo sorriso era stupendo. Non poté fare a meno di sorridere, ma poi ripose la foto nel baule. Tirò fuori i suoi manga e il suo album da disegno dal cassetto e mise nel baule anche quello.

Un'oretta dopo, il baule era chiuso e pronto per essere portato via. Percy andò a sdraiarsi sul suo letto, esausto. Un tuono scosse il castello. Percy pensò che Piper sarebbe andata a rifugiarsi sotto le coperte per tutta la notte, non chiudendo occhio. Il rumore della pioggia che batteva sulla finestra accompagnò il suo silenzio.

Accarezzando Blackjack, Percy chiuse gli occhi. Aveva un forte mal di testa e il pensiero di doversene andare il mattino dopo se ne sarebbe dovuto andare e incontrare il padre di Piper... tutto questo lo innervosiva non poco. Ogni ragazzo sarebbe stato nervoso. Chissà che villa che aveva Piper...

Stava guardando l'orologio ticchiettare, quando la porta si aprì. I suoi amici entrarono in camera, ma ciò che non si aspettava di vedere era la sua Piper entrare insieme a loro. - Pip - la salutò mettendosi a sedere. Lei gli sorrise e venne a sedersi accanto a lui. - Come mai sei qui?

Un tuono scosse di nuovo l'edificio. Lei sobbalzò. - Lo sai che ho paura dei temporali - gli spiegò, stringendosi nelle spalle. - Non voglio dormire da sola. Non riuscirei a chiudere occhio con un temporale così. Posso rimanere qui con te?

Percy non poté non stamparle un bacio sulle labbra che lei ricambiò arrossendo adorabilmente. - Certo che puoi rimanere, principessa - le rispose. Lei sorrise e lo abbracciò, cosa che fece sorridere il ragazzo.

- Ragazzi, sapete che ore sono? - domandò ai suoi amici, mentre Piper giocava con le sue dita. Grover lanciò un'occhiata alla sua sveglia. - Sono le dieci, ma suppongo che voi dobbiate alzarvi presto domani mattina. Mi mancherà vedervi amoreggiare.

Percy rise, anche se anche a lui sarebbe mancato molto. Era stato un buon amico per quel poco tempo. - Mi mancherete anche voi, ragazzi - disse rivolgendo loro un sorriso sincero. - Vi voglio bene.

I ragazzi ricambiarono il suo sorriso. Piper gli stampò un bacio sulla guancia. - Percy, devo mettermi il pigiama - lo informò. Richiamò il suo pigiama con un accio si alzò. - Vado in bagno?

Lui annuì. Perciò lei andò a mettersi il pigiama. Lui si era già lavato i denti subito dopo cena, perciò si mise anche lui il pigiama e s'infilò sotto le coperta, in attesa che lei uscisse. I suoi amici fecero lo stesso. Un paio di minuti dopo, Piper uscì dal bagno nel suo pigiama rosa con gli unicorni.

- Bel pigiama - commentò Tyson, sdraiato sul suo letto. Piper gli fece la linguaccia e s'infilò nel letto di Percy. - Oh, la bambina fa la cattiva - sussurrò Percy, facendole mettere il broncio. Non poté fare a meno di ridere e le stampò un dolce bacio sulle labbra, che lei ricambiò con molto piacere.

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