Capitolo 33

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Frank e i ragazzi vennero a prenderla in biblioteca. Lei stava studiando per Rune Antiche, ma loro si sedettero tutti intorno a lei e la guardarono fino a che non alzò gli occhi dal libro.

- Cosa volete? - domandò loro brusca, anche se nelle sua mente sperava che non fosse successo nulla a Percy. Lo aveva lasciato. Non riusciva ancora a crederci: come aveva avuto la crudeltà di farlo? In un momento così difficile per lui?

Ma ormai non poteva tornare indietro, il danno era fatto. Si odiava ogni giorno di più, ma non poteva nemmeno avvicinarsi. Da come la guardava, avrebbe voluto trafiggerla con una quarantina di pugnali.

- Sei solo una stupida sgualdrina - l'attaccò Frank, provocandole una fitta al petto. Nei suoi occhi brillava la rabbia e sapeva che avrebbe solo voluto strangolarla, ma probabilmente avevano bisogno di lei.
Grover lo guardò male. - Frank, non c'è bisogno di insultare - lo rimproverò, poi guardò male Piper. - Anche se si meriterebbe epiteti peggiori.

Lei incassò il colpo. Ecco, aveva ferito Percy. Ora i suoi amici arrivavano a vendicarlo. Doveva aspettarselo. Credeva che sarebbero arrivati prima, sinceramente, ma probabilmente Percy li aveva pregati di non fare nulla.

Appena pensò a lui una fitta al cuore la colpì come uno schiaffo in faccia. Chissà quanto stava soffrendo per colpa sua. Aveva evitato di incrociarlo nei corridoi e ogni volta che avevano lezione insieme si evitavano a vicenda.

Vederlo con quelle occhiaie, gli occhi sempre rossi la faceva sentire un mostro. Il dolore che leggeva nei suoi occhi era atroce, ma il ragazzo non voleva più vederla, nemmeno più sentirla. E come biasimarlo, gli aveva distrutto anche gli ultimi pezzi del suo cuore ancora integri.

- Abbiamo bisogno di te - spiegò finalmente Tyson. Piper lo guardò, scettica, anche se il cuore le scoppiava dalla preoccupazione per il suo Percy. Ormai non era piú suo, ricordò. - Percy é fuori controllo. Non lui, ma i suoi poteri.

- I suoi poteri? - domandò Piper, confusa. Ricordò che Percy riusciva a far comparire piccoli fiocchi di neve qua e là e far scoppiare qualche bottiglia d'acqua, ma per quanto ne sapeva non erano così pericolosi.

I ragazzi si scambiarono un'occhiata, sospirando. - Il suo dolore é diventato insopportabile - cominciò a spiegare Frank, la rabbia che ribolleva nelle vene nel vedere la ragazza che aveva distrutto il cuore del suo migliore amico. - E i suoi poteri sono diventati incontrollabili. Ieri per poco non uccideva un ragazzo colpendolo con una scheggia appuntita di ghiaccio.

Grover scosse la testa, guardando dalla finestra verso la Torre di Grifondoro. - Ogni cosa che tocca viene ricoperta da uno strato di ghiaccio. É cominciato tutto quando l'hai lasciato, Piper. Prima però riusciva in qualche modo a controllarsi, ma da ieri, quando ha quasi ucciso quel ragazzo, sono diventati incontrollabili.

- Devi sistemare le cose - la implorò Tyson, guardandola dritta negli occhi. Rivolevano tutti indietro il loro migliore amico, non un ragazzo spaventato a morte da sé stesso. - Fallo per lui. Sta letteralmente annegando nel dolore, adesso quando comincia a piangere non riesce più a smettere e non dorme più.

Piper si sentì un mostro. Non avrebbe mai dovuto lasciarlo. Era stata una scelta avventata, egoista e stupida. Sapeva che lui aveva un estremo bisogno di qualcuno a consolarlo, qualcuno a cercare di farlo sentire meglio, ma si era sentita schiacciata dal peso di questo compito.

Era scappata, senza curarsi del danno che avrebbe inflitto al povero ragazzo già distrutto dalla morte della madre. Era stata così egoista, così stupida. Ora Percy stava annegando nelle sue stesse lacrime, senza che nessuno riuscisse a salvarlo. Prima o poi avrebbe toccato il fondo, e Piper sapeva che sarebbe stata tutta colpa sua.

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