19. Sleepless (Marcus, Callum)

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La cosa più difficile è far tacere il silenzio mentre la testa rimbomba.
Sola, stesa sul letto di una stanza d'albergo fissa il soffitto per ore.

Ha provato a tenere la luce accesa, ma alla fine meglio il buio. Però ancora nulla da fare. Abbraccia il cuscino e si sente ancora più vuota. È passato un anno dall'ultima volta che si è addormentata con la testa di Jack sul suo petto e le sue manine tra i capelli.
Vivere al massimo nelle pressioni, nelle soddisfazioni, nell'adrenalina è un buon modo per abbassare il volume dei pensieri, durante il giorno. Ma quando arriva la notte tornano assordanti, a ricordarti che sei sola nel letto.
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Dev'essere l'una di notte, pensa di essersi svegliata per i rumori che sente ma in realtà non si è mai addormentata. Cerca di capire se sia tutto nella sua testa o se per davvero si sentano delle voci nel cuore della notte. Vengono dalla stanza accanto, appoggia l'orecchio al muro per capire cosa stia succedendo.
Sente qualcuno che respira male, con affanno. E qualcun altro che gli parla "Marcus? Marcus? Che ti succede? Chiamo qualcuno?" ancora respiri affannosi e nessuna risposta "Marcus, ti prego rispondimi"

Elsa decide che è ora di alzarsi.
Scende dal letto di scatto, vede appoggiata su una sedia la sua borsa con gli strumenti e la prende al volo, insieme alla chiave elettronica della sua stanza.
Un secondo dopo bussa alla porta della stanza accanto, e le apre un giovane pilota inglese, Callum Ilott, attualmente in gara per il titolo di campione di F2, ha in mano un cellulare acceso sulla schermata delle telefonate.
"Do you need help?" Chiede Elsa.
Lui sconvolto ma un po' sollevato nell' aver trovato aiuto ancora prima di capire che numero chiamare.
"Yes please."
La fa entrare, seduto sul letto c'è un giovane pilota Neozelandese, Marcus Armstrong, Elsa ricorda di aver visto i loro video sui social e sa bene quanto siano amici fuori e dentro la pista.
Si siede accanto a lui e lo aiuta a distendersi. Lui respira affannosamente, in iper ventilazione.

"Ciao Marcus, sono la dottoressa Bardi. Che succede?"

Il ragazzo non risponde e continua ad iper ventilare, Elsa vede nei sui occhi uno sguardo terrorizzato.

"Ora prendo lo stetoscopio dalla borsa e ti ascolto il cuore e i polmoni, va bene?"

Lui annuisce, Elsa prende lo stetoscopio dalla borsa, gli ascolta il respiro e il battito e capisce subito qual è il problema. Il battito è accelerato ma non aritmico, il respiro è affannoso ma le vie aeree sono libere.

"Ehi, va tutto bene, ora passa. Guarda me e fai un respiro profondo. Posso prenderti la mano?"

Lui annuisce ancora, lei gli prende la mano, con dolcezza gli accarezza le guance.

"Stai tranquillo, respira lentamente con me. Inspira... espira... inspira... stai andando bene, continua così..."
Lui la guarda negli occhi ma continua ad ansimare, con i battiti del cuore sempre più accelerati.

Elsa prende dalla borsa una poketmask e ci attacca un sacchetto di respirazione: "Marcus, ora ti appoggio questa mascherina sul viso e ti respiri dentro qui, ok? Serve solo a riequilibrare i livelli di anidride carbonica e ossigeno che sono alterati perché respiri troppo velocemente".

Lui è sempre più pallido e spaventato, ma Elsa gli tiene la mano mentre lo costringe a respirare dentro la maschera.
"Respira con me... inspira... espira... inspira, espira... mhm bravo... vedi che va già meglio..."

Dopo un po' la crisi passa, il respiro torna normale, il battito rallenta, ed Elsa rimane accanto a lui.

"Cosa gli è successo?" chiede Callum, che, dopo essere rimasto per tutto il tempo in piedi come pietrificato, è riuscito a muovere due passi e sedersi sul suo letto.
"Stavi dormendo e ti sei svegliato così?" chiede Elsa, Marcus annuisce. "È cominciato con un peso nel petto e poi hai cominciato a non respirare bene?"
"Si, è stato così."
Elsa sorride dolcemente, contenta di sentire per la prima volta il suono della sua voce quella sera.

"È stato un attacco di panico, può capitare anche nel sonno. Non è nulla di grave, è una brutta sensazione, ma passa da solo... Può succedere se si è stressati... Capita a un sacco di persone. "
Marcus continua a guardarla ed elaborare le sue parole, ma non sembra del tutto convinto delle sue rassicurazioni. La sua testa ricomincia a vagare, cercando un motivo per cui potrebbe aver avuto un attacco di panico, poi lo trova e l'ansia ritorna.

Non riesce nemmeno ad immaginarsi, lì domani, con la macchina schierata in griglia in pole position. Gli è già capitato in altre categorie, ma mai in Formula 2. Continua a pensare a tutto quello che può andare storto, alle procedure che potrebbe dimenticare, la ripartenza sotto safety car, la brutta figura se i semafori si spengono e sbaglia a lasciare la frizione e la sua macchina resta lì impiantata.

Ricomincia ad agitarsi ma sente che Elsa gli sta accarezzando i capelli e incrocia lo sguardo di Callum.

"Domani posso correre lo stesso?"
"Certo che puoi correre, ma alle cose da fare domani ci penserai domani, ora devi solo dormire un po' " - risponde Elsa.
"io... Non so se ci riesco"
"a dormire o a correre?"
"mph... Tutti e due ... Io... Non sono mai partito in pole, non so cosa devo fare"

Callum, che non aveva mai smesso di guardarlo, gli si avvicina: "Lo so che fa paura, anch'io mi ricordo che ero molto agitato la prima volta, ma alla fine non c'è nulla di diverso, devi solo fare la tua gara e andare veloce, come fai sempre. Sei stato grande oggi, nel fare la pole, sono sicuro che domani farai altrettanto... E se proprio non ce la fai basta che ti sposti un po' a sinistra e lasci passare me, che sarò giusto in prima fila accanto a te... "
Si guardano e sorridono.
" Se vuoi il mio posto dovrai riuscire a sorpassarmi, ti ho battuto oggi e ti batterò anche domani "
Dev'essere strano gareggiare con il tuo migliore amico davanti alle telecamere di tutto il mondo.

Elsa è molto fiera di loro, sono solo due ragazzini ma hanno molto da insegnare ai loro colleghi di Formula 1 sul rispetto, l'amicizia, e tutti i valori che rendono bello lo sport.
"ok bene... Quindi, se correre non è più un problema, direi che possiamo pensare a dormire. - dice Elsa a Marcus - se mi fai un po' di spazio ci proviamo insieme"
Marcus si sposta su un lato del letto ed Elsa si sdraia accanto a lui. Lui, per la prima volta da quando ha lasciato la sua famiglia dall'altra parte del mondo a soli 12 anni per inseguire il suo sogno di correre sui kart, si sente rassicurato e al sicuro come se accanto a lui ci fosse qualcuno pronto a proteggerlo.

"Grazie dottoressa" sussurra Marcus.
"Di nulla, Marcus. Ora spengo la luce, ok?"
Lui annuisce, ma appena la luce si spegne il buio lo fa rabbrividire di nuovo e di istinto si avvicina a lei.
Elsa lo abbraccia e gli sussurra parole all'orecchio, accarezzandogli i capelli, finché non si addormenta.
È così dolce avere qualcuno accanto nel letto.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now