6. A New Beginning

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~ Barcellona, Pre-season Test

Elsa veniva da una settimana di duro lavoro. Le visite a tutti i piloti, tutte le prove di idoneità, scartoffie e burocrazia più di quanta ne avesse vista in tutta la sua vita... Forse già le mancava il pronto soccorso, il lavoro sul campo, quell'inferno della sanità americana dove era stata specializzanda, donna, e anche straniera...
No, ok, non le mancava così tanto.
Ma di certo era più abituata a rianimare e operare persone quasi morte, che a compilare carte per persone perfettamente sane...

Spero di trovare veramente la soddisfazione che cerco, o sarà stato tutto inutile e dovrò ricominciare da capo. Di nuovo.

Questo pensava scendendo dalla macchina. Ma un secondo dopo, aprendo gli occhi vede l'entrata del paddock, il rumore dei motori, la gente. In un attimo le torna in mente la prima volta che era stata a Monza, da ragazza, pochi anni prima di partire per l'America.
È come essere entrata dentro la televisione.

Ora ci siamo solo io e la formula uno.
Dal "biglietto prato" per tutto il finesettimana, al "biglietto muretto" per tutta la stagione. Niente male.

Saluta e scherza con i colleghi, sono davvero una bella squadra. Mark, il suo collega inglese, le passa un "caffè" americano di cui non sa che farsene, pensa che un giorno terrà un Briefing anche sul significato di "espresso", ma in realtà è veramente felice di quel pensiero e sorride. Il bicchiere di carta le scalda le mani, e come in una cascata di flashback le tornano in mente le notti di Chicago, l'ultima attesa in aeroporto prima di tornare a casa, sua sorella che beveva solo quella schifezza, il cappuccino da asporto dei baracchini di piazzale Roma a venezia.
Riapre gli occhi e si rimprovera la scarsa concentrazione.
Raggiunge il muretto, ci sono più di dieci schermi a sua disposizione.
Dice a Mark di impostarli in modo da poter vedere 20 onboard contemporaneamente, poi lui trova il modo di mettere anche uno schermo con la diretta tv.

Che meraviglia. Altro che tribuna centrale.

E fu così che dimenticò una lezione che aveva imparato subito a Chicago. Mai pensare che il lavoro sia finito e resti solo da godersi lo spettacolo.
Suona il cellulare.
Analisi dell'interlocutore : uomo con forte accento del nord Europa, forse finlandese.

"Hello. doctor? Sono il trainer di Pierre Gasly. È in camera d'albergo perché sta male, non può correre oggi, ma dice che Helmut Marko lo butterà fuori a calci in culo se non si alza dal letto. Lei può fare qualcosa?"

Guarda i monitor con la Ferrari di Seb che esce in quel momento dal garage come suo padre, 25 anni prima guardò lo schermo della tv con l'Italia ai mondiali mentre una bambina lo tirava per la giaccia dicendogli di andare alla recita di fine anno.

"Mi mandi il numero della stanza, arrivo."

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now