76. Confidenza

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confidènza s. f. [dal lat. confidentia «fiducia, impudenza», der. di confidens: v. confidente]:
1. Condizione propria di chi ha fede o speranza in altri. 2. Comunicazione di un segreto, di una cosa che ad altri si tiene nascosta.

"Lando chiede se può venire anche lui in aereo con noi a Madrid dopo la gara"

Era tutto quello che le aveva risposto Carlos alla raffica di domande che Elsa gli aveva fatto al telefono, da dentro la medical car, aspettando che il GP di Jeddah partisse.
Era arrivato al circuito insieme a lei quattro ore prima della partenza e poco più di ventiquattro ore dopo la sua operazione di appendicectomia.

Elsa gli aveva intimato di rimanere fermo e seduto dentro ai box, ma ora che lei era inchiodata dentro la medical car a sostituire il suo collega, e lei sì che era obbligata a stare ferma e seduta e non poteva andare da nessuna parte, attraverso il parabrezza vedeva benissimo il maxi schermo della tribuna centrale, e non aveva dubbi sul fatto che Carlos, inquadrato abbastanza di frequente, stesse facendo tutto tranne seguire alla lettera le sue istruzioni.
Elsa guardava lo schermo con la stessa espressione che aveva visto un giorno in un video di YouTube sulla faccia di Susie Wolf mentre sedeva sul sedile del passeggero e suo marito guidava (malissimo) una Mercedes stradale sul circuito di Silverstone.

Così aveva preso il cellulare dalla tasca e l'aveva chiamato: "Carlos, ti vedo che sei in piedi al muretto degli ingegneri... per tua grande sfortuna, anche se sono inchiodata qui, tu oggi sei il preferito dei cameraman che ti inquadrano continuamente, e vedo che non stai facendo quello che ti avevo detto.
Quindi, primo: torna subito a sederti. Secondo: come stai? Sei sicuro che non ti fanno male i punti quando cammini?"

"Sisi, Elsa, va bene, sto bene... ma perché continui a stressarmi così tanto? Ti annoi? Poi volevo dirti che Lando mi ha chiesto se può venire anche lui in aereo con noi a Madrid dopo la gara, posso dirgli di sì?"

"Sì, va bene, se non finisce sul podio va bene. L'aereo parte subito dopo la gara, non avremmo il tempo di aspettare che finisca la conferenza stampa" gli aveva risposto Elsa, mentre lo schermo davanti al quale era parcheggiata la medical car mostrava i piloti che indossavano i caschi e si preparavano a salire in macchina per il giro di ricognizione.

"Va bene, allora vado un attimo in griglia a dirgli di andare piano così può venire a Madrid con me, torno subito"

"CARLOOSS" gli aveva gridato al telefono, mentre rideva con gli occhi e con la voce faceva finta di essere arrabbiata per quella battuta.

Così, poco più di due ore dopo, Elsa, Carlos Sr e Jr, Lando e il fisioterapista di Carlos erano saliti tutti insieme su un volo per la Spagna.
Trova l'intruso: Lando, troppo facile.

Elsa non gli aveva chiesto che cosa venisse a fare a Madrid, lo sapeva già e lo trovava straordinariamente dolcissimo, anche se forse, nel mondo delle persone normali, sarebbe stata una cosa ordinariamente, banalmente, normale.

Carlos aveva subito un'operazione, sì, ok, in laparoscopia, ma pur sempre un'operazione, e ritornare in piedi veloce e scattante come prima non sarebbe stato facile come sperava. E un po' lo sapeva, mentre faceva dannare Elsa con la sua impazienza di tornare in circuito per vedere la gara degli altri, sentiva dolore alle ferite aperte nella pancia, sentiva il fiato corto e la fatica a camminare liberamente, sentiva che avrebbe dovuto scalare una montagna per essere pronto in tempo per il gran premio di Australia in due settimane esatte.

Lando lo sapeva, o forse non lo sapeva ma lo immaginava, o forse nemmeno lo immaginava, ma semplicemente gli aveva chiesto di fare quello che il suo istinto gli diceva di fare in quel momento, mentre a parole Carlos gli diceva di stare bene e che era fiducioso di tornare subito al volante, che subito dopo la gara avrebbe preso l'aereo con suo padre ed Elsa e avrebbe avuto un buon programma di allenamenti per recuperare.

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