10. Champions' Wall (RUS, ALB)

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Ore 15.40. Qualifiche del Gran Premio del Canada. George Russel entra al Q2. Fa un buon tempo, poi una Renault si ferma lontano dalle vie di fuga. Bandiere rosse. Si riparte. La Williams numero 63 fa un tempo ancora migliore e poi bandiere gialle nel terzo settore. Ancora una volta, con una magia, George ce l'ha fatta.
Ai semafori verdi del Q3 sa che avrà una sola possibilità, che possono esserci altre bandiere gialle e che comunque non potrà spingere al massimo quel triciclo per due volte.
Primo settore pulito, guadagna due decimi, addirittura fucsia nel secondo settore prima che passi Hamilton a togliergli il miglior tempo, George sta letteralmente volando. Ma subito dopo l'ultima chicane, curva 14, quando mancano poche decine di metri al traguardo, il muro dei campioni è lì ad aspettarlo.
Damon Hill, Micheal Schumacher, Jaques Villeneuve, Sebastian Vettel.
Tutti loro hanno in comune un abbraccio a quel muro.
Di nuovo Bandiere Rosse.

Elsa e il suo team in pochi mesi hanno rivoluzionato la tecnologia a disposizione dell' equipe medica in Formula1. A cominciare dalla postazione, un muretto a tutti gli effetti, come quelli dei team dove siedono gli ingegneri di pista che analizzano dati, guardano schermi, parlano alla radio.
La stessa cosa fa oggi Elsa, seduta al muretto: analizza dati, guarda schermi, parla alla radio, e prega che nessuno finisca a muro.
Ecco, come non detto.
I medici al muretto hanno la possibilità di aprire un collegamento radio diretto con i piloti, in caso di emergenza... Ma è sempre meglio non ricordarlo agli ingegneri della FIA che si erano opposti in ogni modo a questo cambiamento che poteva diventare "una pericolosa intromissione di estranei nelle comunicazioni fondamentali tra un pilota e la sua squadra...". Quindi sì, Elsa l'aveva vinta anche sta volta, ma meglio non abusare di questo nuovo giochino... Di solito si limita ad ascoltare tutto, facendo attenzione che nessuno del suo team possa scatenare una fuga di notizie su dati tecnici (che poi è assurdo, qualsiasi radioamatore seduto in tribuna può ascoltare tutto, figuriamoci gli ingegneri Mercedes...).

Russell a muro. Imposta immediatamente tutti i monitor sulle telecamere on board e curva 13, si mette in ascolto del canale radio giusto. "Mate, are you ok?" Nessuna risposta. 5 secondi di tempo, non è detto che uno appena andato a muro riesca a trovare il bottone della radio al primo colpo. 7..8.. Ancora nesuna risposta "Mate, can you here me? Are you ok?" 9... 10...

Una Redbull rallentando alle bandiere gialle continua lentamente nel rettilineo "Is George Ok?" "Alex, don't worry about him, box this lap."

Elsa non resiste e schiaccia il pulsante.
"George. Answer please. Are you ok?"
Amcora nessuna risposta,
ma gli occhi di Elsa, fissi sulle immagine dell'on board lo vedono muoversi, alzare il pollice della mano destra. Probabilmente non funziona più la radio.
"Ok, George, thumb up if you can get out of the car safely"
Di nuovo fa sì con il dito e comincia ad uscire dalla macchina, nel frattempo la medical car è quasi già arrivata a prenderlo.

Ho perso dieci anni di vita anche oggi, e solo perché le macchine più resistenti del mondo hanno in dotazione le radio più fragili dell'universo.   *Seguono varie e colorite imprecazioni in italiano. 

Elsa può parlare in 4 lingue, leggere e scrivere in 7 (di cui due lingue morte), visitare un paziente in 9, dire buongiorno in 15, ma imprecare solo e solamente in una. In qualsiasi contesto, in qualsiasi parte del mondo, nessuna lingua come quella imparata da suo padre può esternare tutto lo stress in un solo "Ma vaffanc.."

"Il pilota inglese è stato sottoposto a tutti i controlli medici di routine ed è pronto a disputare la gara di domani partendo dalla 10 posizione"
Elsa passa attraverso la nuvola di giornalisti che riportano tutti le stesse notizie in 13 lingue diverse.
Sentir parlare tante lingue diverse nello stesso posto è una cosa che le è sempre piaciuta, la fa sentire al centro del mondo.
Mentre cammina la gente si sposta per farle strada, i meccanici si girano a guardarla, si sente una diva.
Con i capelli lunghi, vestiti comodi ma attillati, il pass al collo e il camice, che tra una gara e l'altra indossa sempre per sentirsi importante. Vanità. Infondo tutti hanno dei difetti.

Due ingegneri seduti a un tavolino davanti all'hospitality Renault la invitano a sedersi con loro, lei accetta. Chiacchierano in francese e in inglese, ridono. Lei sarcastica chiede se per la gara del giorno dopo hanno intenzione di rubare il motore alla medical car, altrimenti non si spiega perché tutti gli ingegneri siano indaffarati con le strategie e loro seduti a parlare con una dottoressa.
In quel momento passano George e Alex che stanno parlando tra loro, diretti verso l'hospitality Williams. Alex sorride, George un po' meno, ma sembrano sereni.

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