62. To wear red (Charlos)

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Forse comincio ad odiare il GP di Monza - aveva pensato Elsa, seduta al muretto con le cuffie addosso e gli occhi fissi sullo schermo, aspettando che passino gli ultimi 15 giri della gara.

Per lei è sempre stata la gara più bella dell'anno, fin da piccola quando poteva solo guardare le macchine alla TV.
Si ricordava ancora quanto c'era rimasta male e quanto aveva pianto il giorno in cui si trovava a un grande pranzo con la sua famiglia a casa di amici, aveva cinque anni ed era la domenica del Gran Premio di Monza e a un certo punto quasi tutti gli invitati uomini sono spariti, lasciando i bambini fuori a giocare e le donne a chiacchierare attorno al tavolo.
Elsa si annoiava a giocare con gli altri bambini, aveva le gambe troppo corte per rincorrere gli altri bambini più grandi di lei senza farsi prendere.
A un certo punto, mentre prendeva fiato appoggiata ad un davanzale, ha guardato dentro la finestra e ha capito dove erano finiti tutti: nel salotto della casa, sul divano attorno alla TV, ad attendere la partenza della gara.
Lei era corsa via, senza nemmeno parlare con gli altri bambini, ed era arrivata alla porta di casa, voleva entrare a guardare la Ferrari. Ma lì le bambine più grandi l'avevano fermata.

Non le avevano permesso di arrivare a sedersi sul pavimento accanto al divano: una bambina non poteva stare gli uomini che guardano la Formula Uno.

La piccola Elsa non era riuscita a spiegare che non avrebbe dato fastidio a nessuno, era rimasta in silenzio. E con due grandi lacrime salate che le scorrevano sulle guance, e aveva guardato tutta la gara da fuori, dietro il vetro della finestra, aggrappata al davanzale in punta di piedi per vedere meglio.

Ogni volta che pensava a se stessa da piccola provava una grande tenerezza.
È stata la forza della piccola Elsa che piangeva aggrappata al davanzale a portarla fin lì, non solo dall'altra parte del vetro, ma anche dall'altra parte dello schermo della televisione.

No, non potrò mai odiare il Gran Premio di Monza - pensa mentre si gira a guardare la pit lane, distogliendo per un secondo gli occhi dagli schermi che inquadrano le due Ferrari che combattono per il terzo posto rischiando di finire entrambe sull'erba.

Avrebbe voluto accompagnare per mano la piccola Elsa nel box Ferrari, ed entrare così, con lei, come aveva fatto solo un'ora prima, per entrare in pit lane scansando il traffico dell'entrata, passando ad un metro dalla macchina, accanto a tutte quelle persone vestite di rosso che per anni ha considerato come divinità.

Eppure una delle cose più importanti che a cinque anni non aveva ancora capito è che una volta che arrivi a conoscere, parlare, vivere con le persone che stavano dentro la televisione, nulla è più come prima.
Non riesci più a vedere le cose nello stesso modo.
Perché da vicino, dall'altra parte dello schermo, si vedono i loro volti, le loro espressioni, la loro stanchezza, la loro paura, la loro rabbia, la delusione che brucia nel petto ed è un dolore per cui non esiste nessuna medicina.

Gli ultimi dieci giri del Gp di Monza sono uno strazio per Elsa, e per probabilmente quasi tutti i tifosi Ferrari che rischiano un infarto guardando i loro due piloti nelle macchine rosse combattere tra loro per la terza posizione rischiando il disastro.

Finisce bene. Carlos sul podio e Charles quarto. Il pilota spagnolo, che ha avuto tanti momenti difficili nella sua carriera e che spesso è stato costretto a stare all'ombra di altri, a fare il compagno di squadra di piloti dal talento naturale incredibile come Max e Charles, ora, mentre sale le scale per salire sul podio di Monza davanti alla folla vestita di rosso, si merita ogni gradino.

Anche Carlos ha talento da vendere, altrimenti non sarebbe in Formula Uno, eppure, il suo talento più grande, forse, è l'intelligenza. È forse questo che fa la differenza per lui, questo il modo in cui riesce a bilanciare bene la macchina nelle prove libere, questo in modo in cui riesce a recuperare quei decimi su Charles che due anni fa sembrava imbattibile in qualifica e che a Monza 2023 parte dietro, dietro di lui che ha fatto la pole.

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