15. Mindgames pt II (ROS, HAM)

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Senza sapere perché, tra Elsa e Nico si è creato un legame. Qualcosa di simile a un'amicizia, o forse qualcosa di più profondo.
Elsa ama i segreti ed è venuta in Formula 1 per ricominciare da capo la sua vita, per questo non ha raccontato a nessuno del suo passato. Non sa nemmeno lei perché si sia confidata con Nico. Forse in lui c'è veramente qualcosa di speciale, nel modo di parlare ma soprattutto nel modo di ascoltare e di capire le persone.
A Elsa piace parlare con lui, in un momento di pausa nel paddock o in hotel, qualche volta è andata anche a trovarlo a casa sua a Monaco. E sembra difficile da credere ma parlano sempre di altro, mai di lavoro. La riservatezza c'entra con la fiducia, ed è una cosa fondamentale nel lavoro di Elsa.

Stasera lei è in ritardo, lui la aspetta seduto a un tavolino al bar dell'hotel.
Scende le scale di fretta, con i tacchi a spillo e i capelli raccolti, una borsetta che non si intona perfettamente col vestito e le guance un po' sudate.
Si guarda allo specchio della hall e la sua espressione peggiora.
Odia notare imperfezioni nel suo aspetto. Odia un po' tutto in questo momento, sente ancora tutto lo stress delle discussioni e inutili infuriate del pomeriggio.
Prova a rallentare e calmarsi per entrare un po' più elegantemente nel bar.

Ci sono solo piloti e ingegneri che mi hanno visto tre ore fa in pantaloni e t-shirt, perché dovrei sforzarmi tanto di sembrare elegante?

Vede Nico e lo raggiunge, si siede al tavolo e non riesce a nascondere l'espressione di chi si siede per la prima volta da 18 ore, con il contapassi che ne segna più di trentamila.
"Eccomi, scusa il ritardo"
"Tutto bene? Giornata difficile?"
"Difficile a dir poco... Giornate così mi fanno quasi rimpiangere il Country General Hospital di Chicago... "
Ci pensa un attimo, viene sommersa da immagini catastrofiche tra cui un incidente stradale con 10 veicoli coinvolti, un incendio in un palazzo, il prontosoccorso sommerso di gente che urla.

Scoppia a ridere.
Esteban, Elena e due ingegneri Renault seduti al tavolo accanto si girano a guardarla.
Lei guarda Nico e continua a ridere, ormai per stasera non c'è più nessuna dignità da difendere.
"... No dai, non per davvero, non tornerei mai a Chicago "

Ordinano da bere e continuano a scherzare. La stanchezza un po' rimane, ma la tensione e l'incazzatura della giornata a poco a poco si sciolgono e lei torna serena e splendida.
"Ti va di uscire a fare due passi e prendere un po' d'aria?" - le chiede il pilota tedesco, troppo intelligente per offrirle un altro drink.
"Si volentieri, grazie"

A Elsa serve un consiglio, c'entra decisamente troppo con il lavoro e il segreto professionale, ma lui è l'unico che può avere la risposta.
Potrei fare mille giri di parole, ma lui capirebbe tutto lo stesso.

"Tu... Come faresti a trattare con una persona che ti considera come una nullità, che fa di tutto per ignorarti e ostacolarti e che ti rende impossibile fare il tuo lavoro?"

Mhm, mi sa che non sono stata molto vaga

"Beh, nella mia esperienza c'è solo una persona che corrisponde perfettamente alla descrizione... Tra noi è finita che io sono campione del mondo... e lui guida il monopattino in pigiama."

Appunto.

"Come cavolo fai a capire sempre a cosa sto pensando? Hai studiato da illusionista? Fai lo psicoterapeuta nel tempo libero?"

Ridono. E poi continuano a camminare fianco a fianco in silenzio.

Ma a Elsa ormai è tornata in mente tutta la giornata. La litigata con gli uomini della Mercedes che continuano a portarle carte non valide e scuse assurde per cui Lewis non si presenta alle visite. L'assurda minaccia urlata dalla porta del suo ufficio a un commissario FIA di giudicare inabile alla guida un quasi sette volte campione del mondo perché non si è presentato alle visite obbligatorie.
Le risposte dei commissari FIA piene di insulti sessisti con l'intento di coprirla di ridicolo.
Il foglio che autorizza Lewis Hamilton a correre domenica, arrivato alle otto di sera con le firme dei suoi colleghi che hanno ceduto alle pressioni della Mercedes e della FIA.

Nico, come se leggesse tutto questo negli occhi di lei rivolti alle luci del giardino dell'albergo, le appoggia dolcemente una mano sulla spalla.
Poi la guarda negli occhi e le parla.

"Lui è molto bravo. Muove persone e situazioni come pedine per innervosirti, per farti sbagliare, mentre lui non commette errori proprio perché lui non fa proprio nulla.
Devi entrargli nella testa.
Lui non sa entrare nella tua testa, ti colpisce da fuori e ti guarda esplodere.
Quello di cui ha più paura è che qualcuno possa capirlo, che possa toccare i suoi sentimenti che lui cerca di seppellire, perché sono il suo punto debole. Proprio perché lui non è in grado di capire e convivere con i sentimenti. "

"Come fai a dire che anche lui non riesca a entrarti nella mente? Oggi mi ha sfinito in modo che..."

"Qual è il mio punto debole?"

"...?"

"Si insomma, se dovessi ferirmi, su cosa punteresti?"

"Tua moglie e le tue bambine"

"Esatto. Lui non l'ha mai fatto. È per questo che sono riuscito a vincere e mi sono ritirato prima che potesse accorgersene e trascinasse nel nostro campo di battaglia le cose più preziose della mia vita."

"E se non ti avesse ferito per non essere crudele? Per non oltrepassare il limite?"

"No, lui non ha un limite. Nessun pilota di Formula Uno che cerca di vincere il mondiale ha un limite. Giochi tutte le carte che hai.
Nessuno scrupolo. Io l'ho studiato e ho usato contro di lui tutto quello che avevo, e lui ha provato a fare lo stesso. Solo che lui non è stato bravo quanto me. Quasi cieco, direi. "

"E cosa dovrei fare? Studiarlo e ferirlo? Potrò anche essere esasperata, ma non sono crudele."

"Nah, non devi per forza ferirlo.
Tu non hai titoli mondiali per cui combattere all'ultimo sangue.
Devi solo dimostrargli che l'hai capito, che sai restistere ai suoi giochetti, e che potresti contrattaccare. E che perciò è meglio averti come alleata che come nemica. "

"E da dove dovrei iniziare?"

"Studia le interviste, gli aticoli di giornale e soprattutto le riviste di gossip, quasi tutto quello che dicono di noi è esagerato, ma con un fondo di verità"

Elsa ha sentito abbastanza.
Ha avuto la sua risposta. Torna in camera e finalmente riesce a dormire.

Il giorno dopo si sveglia presto, si fa la doccia, indossa pantaloni e maglietta e controlla di essere impeccabile.
È una delle prime persone a passare i tornelli del paddock, come sempre. Sorride. Sembra la ragazza più serena e allegra del circuito.

Studia le traiettorie e i tempi di uscita, molto meglio del muretto Ferrari alle qualifiche, per passare davanti a Lewis nei 40 secondi in cui lui è solo, in attesa di entrare nella fan-zone per le interviste.

Cammina lentamente, guardando davanti a sé finché non passa a meno di un metro da lui.
Sorride con un aria spensierata,
come se, al posto dei documenti che sta portando agli uffici della FIA, stesse portando tre aranciate all'ombrellone dei suoi amici.
Canta a bassa voce, ma quando incrocia il suo sguardo lui sente la sua voce e tutte le parole.
Non capisce subito, ma in due secondi la melodia gli entra dalle orecchie alla testa.

🎶Now that it's raining more than ever
Know that we'll still have each other
You can stand under my umbrella
You can stand under my umbrella 🎶

Non si scambiano neanche una parola. Ma lui collega la canzone al suo sguardo e qualcosa lo colpisce.
Quando Elsa si volta indietro a guardarlo, l' espressione fredda e sicura di quello che si prepara ad essere un sette volte campione del mondo è scomparsa.
Come una crepa nella sua armatura da cui entrano emozioni che la sua mente non è abituata a sopportare,
come gli occhi al mattino con i primi raggi del sole che entrano dalla finestra.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now