59. Stress and love pt I (Leclerc-s)

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Il Gran Premio di Ungheria, per Elsa, era passato quasi troppo velocemente.

Il primo, grande ritorno di Daniel... ma lei, Daniel, per tutto il finesettimana praticamente non l'aveva nemmeno visto.

Era arrivata a Budapest con un giorno di ritardo a causa del volo cancellato e da lì in poi era stata tutta una corsa per recuperare gli appuntamenti mancati.
Ci pensava? Certo che ci pensava, ogni minuto. E non aveva nemmeno bisogno di pensarlo, perché ad ogni intervista, ogni giornalista parlava di lui.
Eppure, con qualche strana forma di autoproduzione attivata dal suo cervello, inconsciamente la sua mente separava l'immagine del pilota che metteva a rischio la sua vita sull'automobile più veloce del mondo dall'immagine dall'uomo di cui si stava innamorando, così non si rendeva veramente conto che dentro a quella tuta blu e bianca che sfrecciava a trecento all'ora c'era l'uomo con cui aveva dormito abbracciata meno di una settimana prima.

Poi il lavoro, Elsa adora il suo lavoro. Durante i giorni di pausa tra un fine settimana di gara e l'altro si presenta ancora nell'ospedale della sua città a fare qualche turno per dare un giorno di ferie ai suoi colleghi. In realtà lo fa per ricordarsi com'è lavorare per davvero, faticare per davvero, non avere un minuto di pausa per davvero. Così ogni volta che scende dall'aereo e arriva in circuito le sembra di essere in vacanza... e le diventa difficile, se non quasi impossibile protestare contro la decisione della FIA di tagliare il personale e affidare a lei e a Mark anche i piloti di F2 e F3.
Si era opposta a questa decisione con tutte le sue forze per salvare il posto di lavoro ai suoi colleghi, ma le era stato chiaro fin da subito che avrebbe perso.

Nel circus e non solo, i soldi comandano sempre, ma alla fine doveva ammettere almeno con sé stessa che ottanta pazienti alla settimana non erano che la metà di quanti ne avrebbe visti in ospedale nello stesso tempo.

E in più erano quasi sempre perfettamente sani, un bel vantaggio.

Faceva caldo all'Hungaroring. Molto caldo. Il sole era alto nel cielo e rendeva bollenti l'asfalto e le tribune dei tifosi. Sabato pomeriggio, finite le qualifiche della F1 e anche la sprint di F2, Elsa non aveva più nulla da fare al circuito avrebbe potuto tornare in albergo e fare come Mark - decisamente meno entusiasta di lei all'idea di aver ereditato una sessantina di piloti in più da seguire - che appena aveva messo l'ultima firma sull'ultima autorizzazione era volato via verso l'albergo alla velocità della luce... ma a lei serviva una scusa per rimanere un po' di più e sperare di incontrare Daniel all'uscita dalla riunione con il team iniziata subito dopo le qualifiche.

La radio del centro medico squilla, sono i colleghi che chiamano dal tendone della croce rossa allestito dietro alla tribuna centrale: per il caldo i tifosi delle tribune e del prato hanno cominciato a svenire e sentirsi male, i medici e i volontari della croce rossa se la sono cavata da soli fino a quel momento, ma ora cominciano ad avere troppa gente e chiedono una mano.

Elsa prende la radio e risponde: "Qui siamo rimasti solo io e due infermieri...Veniamo a darvi una mano, possiamo anche portare qualcuno al centro medico finché c'è posto, tanto per oggi le gare sono finite". Prende con sé uno zaino delle emergenze, con l'equipaggiamento che serve, ci aggiunge un paio di sacche di flebo con soluzione salina, ed esce dal centro medico dicendo agli infermieri di venire anche loro appena possono.

Sta per passare il tornello di uscita dal paddock, ha solo il tempo di pensare - sentendosi un po' snob e allo stesso tempo vergognandosi con se stessa per quanto fosse snob - che sta per lasciare il suo mondo privilegiato e dorato in cui i suoi pazienti sono tutti belli ricchi e famosi e sta per tornare a lavorare nel mondo delle persone normali, dove i pazienti sono meno belli, decisamente non ricchi e sicuramente non famosi, che svengono perché sono da ore sotto il sole e non hanno comprato una bottiglietta d'acqua in più perché costava più di tre euro.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now