74. Jeddah (Carlos) pt I

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[Questa storia è interamente un'opera di fantasia, non ci sono legami con fatti o persone reali e non ci sono dati medici attendibili né corretti]

Ogni anno finisce così. Ogni anno.

Ormai Elsa se lo aspetta.

Durante e subito dopo la pausa invernale lei e Mark fanno il giro visite di tutti i piloti, percorrono anche migliaia di chilometri in aereo per andare a trovarli ai loro training camp e sottoporre loro tutti i test psicofisici più severi per giudicarli abili alla guida prima del primo gran premio della stagione.

E poi, sempre uno, massimo due giorni dopo aver consegnato alla FIA tutti i documenti che certificano che tutti e venti i piloti sono abili alla guida, capita puntualmente che qualcuno si senta male e che tocchi rifare tutto da capo.

Quest'anno era passata addirittura un'intera settimana e un gran premio senza che succedesse nulla... beh, nulla a parte i casini in casa Redbull, di cui Elsa riusciva a capirci niente.
Quello scandalo, in cui Elsa non riesce a trovare la vera, profonda, verità, la turba molto. L'unica cosa certa è che è una brutta storia. E questa storia è per lei la conferma della vera faccia questo mondo, quella malata di soldi e di potere, quella che nasconderà sempre la verità.

Comunque, mercoledì mattina, poco dopo essere arrivata a Jeddah, proprio mentre aveva il tempo di pensare a quanto le faccia schifo quella faccia di questo ambiente che in questo circuito trova il suo specchio perfetto, le era arrivata la telefonata che sarebbe riuscita a distrarla per il resto della settimana.

"Pronto Elsa, sono Carlos... sono arrivato nel paddock ma non sto tanto bene... non so che cos'ho ma credo la febbre...pensavo, se mi esoneri per la conferenza stampa magari...."

"Ho capito, arrivo".

Ormai era quasi prassi per lei, c'erano sempre piloti che stavano malissimo il giorno della conferenza stampa e che si davano volentieri malati per saltarla, poi lei gli dava qualcosa per stare meglio, e in meno di ventiquattrore sembravano risorti, prontissimi a correre a 300 all'ora come se non fosse successo nulla, perché per quello nessun pilota si tira mai indietro.

L'aveva raggiunto nel suo motorhome dove si trovava in attesa che fosse il suo turno per essere accompagnato in sala stampa.

Era seduto su una poltrona nella sua driver room, con lui solo il suo nuovo personal trainer italiano, che Elsa ancora conosce solo di vista ma che la saluta con un bellissimo 'Buongiorno' in Italiano.

"Ehi, buongiorno. Che succede?" Chiede rivolgendosi verso Carlos e abbassandosi piegando le ginocchia per essergli più vicina.

"Mhp" aveva mormorato lui senza neanche riuscire a rispondere con una parola intera, affaticato persino nel respirare.

Elsa senza dire niente gli aveva appoggiato una mano sulla fronte per sentire la temperatura.
E mentre gli toccava la testa aveva alzato le sopracciglia con uno sguardo di sorpresa che significava ah però, niente male, almeno trent'otto e mezzo!

"Oltre alla febbre ti fa male da qualche parte?"

"Si... lo stomaco... credo di aver fatto indigestione ieri... stamattina ho vomitato..." Elsa gli aveva alzato la maglietta e gli aveva controllato l'addome, ma non si distingueva bene da dove venisse il dolore, e lui non si lamentava particolarmente.

Voleva portarlo al centro medico ma sapeva che non avrebbe avuto il tempo di visitarlo con calma... aveva ancora tutti i controlli antidoping sulle ragazze del campionato di F1 Academy da fare, mentre Mark stava pensando ai piloti di Formula Due... La giornata era ancora molto lunga.

E, come se non bastasse, uno dei container con gli strumenti medici che hanno sempre a disposizione al centro medico non era arrivato in tempo in Arabia, quindi, anche se avesse il tempo di fare le cose con calma, non avrebbe avuto un ecografo per indagare meglio i dolori addominali.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now