Capitolo 41 - Prefetti

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Capitolo 41

Era una notte senza stelle, solo la luna era ben visibile ed emanava un pallido bagliore sopra le strade di quel villaggio, a lei sconosciuto. Delle urla la costrinsero a distogliere lo sguardo dal cielo, per spostarlo su ciò che le accadeva attorno. Maghi e streghe combattevano contro creature della notte e uomini incappucciati, rabbrividì e fece per spostarsi ma si bloccò, quando incontrò gli occhi nocciola della sua migliore amica poco distante da lei. Combatteva contro un mago e sembrava che quest'ultimo stesse avendo la meglio, urlò con tutte le sue forze per dirle di spostarsi ma Alyssa non l'ascoltava. Lanciava schiantesimi verso l'incappucciato e non si accorse della creatura che le si avvicinava alle spalle, Lavanda trattenne il fiato e solo l'arrivo di un giovane, riuscì ad evitare il peggio. In breve tempo Alyssa e il ragazzo combatterono insieme contro il mago e la creatura.

-Incarceramus!- urlò Alyssa, non appena riuscì a disarmare il suo avversario.

Il ragazzo dietro di lei fu costretto ad utilizzare l'anatema che uccide e la creatura cadde a terra, inerme. Lo vide avvicinarsi a lui ma Alyssa lo costrinse a spostarsi, per andare ad aiutare un'altra ragazza poco distante da loro. Lavanda la seguì e ben presto si ritrovarono in quella che doveva essere la strada principale del paese. Si fermò un attimo, quando vide la battaglia che imperversava su quella via e gli occhi si inumidirono nel vedere corpi stesi a terra. Si avvicinò ad Alyssa, che stava aiutando la ragazza a spostarsi dalla strada e sperò di vedere anche lei mettersi in salvo.

-Avada Kedavra!-

Aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere, guardandosi attorno per accertarsi che fosse al sicuro. Si portò le mani tra i capelli mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente, seguendo il ritmo del suo respiro. Il suo sguardo vagò per la stanza e cadde sul comodino, dove il lampeggiare della sua sveglia, le indicò di essere ancora nel cuore della notte. Fuori la luna illuminava il giardino di casa Brown e Lavanda la osservò, rabbrividendo al ricordo della visione di poco prima. Fece dei respiri profondi, nella speranza che i battiti del suo cuore tornassero alla normalità e chiuse gli occhi. Sperava fosse solo un sogno ma ciò che aveva visto, era troppo vivido per essere un semplice incubo.

-Le tue urla hanno svegliato tutta la famiglia- esclamò Tulip, entrando nella stanza con un bicchiere di latte tra le mani.

Lavanda sobbalzò e riaprì gli occhi, guardando sua cugina con un misto di sorpresa ed imbarazzo. Lei e Tulip non erano mai andate d'accordo e quell'estate, lei e zia Ortensia avevano deciso di passare le vacanze da loro, una notizia per lei peggiore di una pugnalata.

-Mamma sta festeggiando con zia e papà ha stappato una bottiglia di Odgen Stravecchio- disse la ragazza, sedendosi ai piedi del letto.

-Stai scherzando spero- esclamò Lavanda, prendendo il bicchiere di latte dalle mani della cugina. Iniziò a sorseggiarlo e si sentì meglio quando sentì il sapore dolce della bevanda.

Tulip roteò gli occhi e si rialzò dal letto, per aprire la porta e farle sentire i festeggiamenti che imperversavano al piano di sotto. Lavanda la guardò sconcertata mentre la ragazza, tornava a sedersi di fronte a lei.

-È normale- disse Tulip, con fare spicciolo. -È la tua prima vera visione ed è un traguardo-

-Ti ricordo che parlo con i morti quasi tutte le notti- disse Lavanda con ovvietà.

Tulip sorrise e annuì. -Si, lo sappiamo ma la visione è la visione-

Lavanda sbuffò e bevve il suo latte mentre Tulip la osservava in silenzio. Dal piano di sotto i festeggiamenti andavano avanti e Lavanda si chiese perché la sua famiglia non fosse normale come le altre. Li amava ma quando facevano quelle cose, si vergognava a morte. Fortuna che non avevano invitato nessuno.

Lo spettro di una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora