Capitolo 68 - Internato

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Capitolo 68 

Si portò l'ennesimo bicchiere alle labbra e sorseggiò la sua acquaviola osservando il cielo in tempesta fuori dalla finestra, attorno a lei tutti chiacchieravano tra loro come se tutta la situazione non fosse una farsa. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere del whisky nel suo calice di cristallo ma non era riuscita a convincere l'uomo a metterlo nel menù, nonostante sapesse che tutti in quella stanza avrebbero gradito il gesto. Si voltò verso i presenti nella stanza e li scrutò uno ad uno, non sorprendendosi di incrociare le iridi azzurre di Megan che, assieme a Terry mentre chiacchieravano le lanciavano delle occhiate di tanto in tanto che lei puntualmente ignorava con maestria. Si chiese dove fosse Andrew ma la risposta fu presto data dallo stesso Lumacorno, il quale raccontò di aver visto la squadra di Serpeverde andare ad allenarsi poco prima che la pioggia si abbattesse contro il castello. Il pensiero andò subito alla fortuna di Andrew, che sicuramente aveva convinto l'amico a giocare a Quidditch per non farlo andare a quella maledetta cena. Avrebbe voluto essere in camera sua anziché lì, infatti il lunedì avrebbe iniziato  avrebbe iniziato il suo internato al San Mungo e voleva rivedere le varie ricette che potevano esserle utili durante il suo internato in ospedale ma purtroppo il professore era stato categorico; la sua assistente doveva presenziare a ogni cena salvo gli allenamenti di Quidditch. 

-Ecco il dolce.- esclamò il professore, quando un gruppetto di Elfi Domestici entrò nella sala per lasciare una torta glassata color verde smeraldo sul tavolo. 

I presenti alla cena applaudirono alla vista e anche lei dovette seguire l'esempio battendo diligentemente le mani come tutti, il professore sorrise sornione e si avvicinò al dessert per fare il primo taglio. Era una sorta di tradizione per lui tagliare la prima fetta alla fine di ogni cena con i suoi studenti e questi ultimi ne erano felicissimi, perché significava che tutta la farsa era finita e che di lì a poco sarebbero tornati nelle proprie Sale Comuni. In breve tempo la torta venne servita a tutti i commensali e finalmente i primi iniziarono ad andarsene adducendo scuse più o meno plausibili, Alyssa dal canto suo fu costretta a rimanere fino a che l'ultimo studente non se ne fu andato e aiutò il professore a sistemare la stanza. 

-E' nervosa per lunedì, signorina Black?- domandò l'uomo quando ebbero finito di riporre nel suo stipo personale le bottiglie di acquaviola e di Burrobirra. 

-Non troppo professore.- rispose facendo spallucce. -Sarà un'esperienza formativa.-

-Ovviamente! Vedrà che non ne uscirà delusa.- disse sorridente. -E' stata proprio una scelta vincente proporre il suo nome e quello del signor Urquhart, mi aspetto grandi cose da voi in queste settimane.- ribatté con un tono vagamente orgoglioso.

La ragazza non rispose ma sorrise, gesto che l'uomo intese positivamente. Alyssa sapeva che lei era soltanto un buon nome da tenere nella sua bacheca dei successi, tuttavia era ben consapevole di portare il cognome sbagliato. Per Lumacorno esibire gli studenti più importanti e meritevoli era questione di vitale importanza e lei, se n'era accorta il primo giorno quando le aveva chiesto di rimanere in aula per parlare. Non aveva partecipato a nessuna delle cene fino a che non le era venuta in mente la possibilità di sfruttarlo a proprio favore e per questo motivo, era lì a fingere di essere una fiera assistente. Non appena terminarono di rimettere in ordine la credenza, il professore la invitò a tornare nella propria Sala Comune vista l'ora tarda e Alyssa non se lo fece ripetere due volte. Abbandonò la stanza a passo svelto e si avviò per i corridoi del castello con estrema calma, rispetto a come era uscita dall'ufficio del professore. La sera camminare nella penombra di Hogwarts era molto rilassante anche se non lo faceva più tanto spesso come un tempo, non avendo più la Mappa del Malandrino con sé. Alla fine Harry era riuscito a toglierle anche quel maledetto pezzo di pergamena ma se n'era fatta una ragione, inutile averla quando con suo padre non voleva avere più rapporti e in fondo anche possedere un suo oggetto la faceva star male. 

Lo spettro di una vitaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora