Capitolo 63 - Famille

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Capitolo 63

La gabbietta era ormai vuota da giorni, la osservava riflessa nello specchio tentando di ricordare i giorni prima dell'arrivo di Beri in casa Black ma fu tutto inutile. Anche il suo gufo l'aveva abbandonata e si sentì ancora più impotente, nei giorni precedenti l'aveva vista soffrire ma non aveva potuto fare nulla, perché nessuno in tutto il villaggio le aveva voluto vendere gli ingredienti che le servivano. Tutti custodivano gelosamente qualsiasi cosa fosse utile a produrre pozioni casalinghe e darle a lei per usarla su un gufo, era impensabile. A cosa serviva essere una brava Pozionista, quando non potevi fare nulla per i propri cari? 

Un leggero venticello proveniente dalla finestra aperta, fece traballare la gabbietta e quel movimento, le ricordò i giorni in cui il vento forte innervosiva Beri ed era costretta a liberarla per la stanza. Chiuse gli occhi e di nuovo, provando a far tornare alla mente la sua vita, prima del suo arrivo ma di nuovo non ci riuscì. E ciò che le fece più male, fu rendersi conto che non avrebbe più ripulito la sua gabbietta con lei appollaiata sulla sua spalla, non si sarebbe più svegliata alla sua richiesta di cibo ma soprattutto, non aveva più nessuno da attendere alla finestra.
Riaprì gli occhi nel momento in cui udì dei rumori provenienti dal davanzale, senza rifletterci afferrò la bacchetta appartenuta alla sua bisnonna e scagliò il primo incantesimo che le venne in mente.

-Incarceramus.-

Arnaud si ritrovò stretto tra corde grezze e cadde di peso sul letto nel frattempo dietro di lui, Julie entrava, scavalcandolo con grazia. Alyssa ringraziò il buio della stanza, che le diede la possibilità di asciugarsi in fretta gli occhi mentre Julie, accendeva la lampada accanto al letto e le faceva segno di avvicinarsi.

-Mi liberi o no?- borbottò Arnaud contrariato dalle risate della sua amica.

Julie rise ancora più forte e Alyssa sghignazzò, puntandogli la bacchetta contro e facendo svanire le corde in un sol colpo. Il ragazzo si mise subito a sedere e fu allora, che la giovane notò lo zaino logoro sulle sue spalle. Lanciò un'occhiata a Julie, la quale si fece più seria e annuì nella sua direzione, Alyssa trattenne il fiato per un solo secondo, dopodiché raggiunse il ragazzo e fece per prendere lo zaino ma questi, si tirò indietro, guardandola torvo.

-Prima mi leghi e adesso vuoi anche il mio zaino?- domandò borbottando.

-La prossima volta ci pensi due volte, prima di entrare di soppiatto neanche fossi un ladro.- ribatté Julie al suo posto. -A proposito sei migliorata, complimenti!-

-Tutto merito di Madame Maxime.- replicò, con una scrollata di spalle. -Comunque, voi sapete che questa casa ha le porte, vero?-

-Certo che lo sappiamo.- rispose Julie, con ovvietà.

-Camille e Jean-Marc dove sono?- chiese Alyssa, ignorando l'espressione tranquilla della ragazza.

-Alla consueta cena di Iphigénie Mercier.- rispose Julie, sedendosi sul letto accanto ad Arnaud.

-Un'altra cena? Ma quante ne fa?- domandò, sorpresa.

-Una al mese e quando litiga con il fratello, guarda caso come adesso, ne fa due.- spiegò Arnaud nel mentre che si sfilava lo zaino dalle spalle.

Il ragazzo le lanciò un'ultima occhiata prima di aprirlo, dopodiché le passò una scatola ricoperta malamente da fogli di giornale. Alyssa la prese e, senza attendere oltre, andò alla scrivania per scartarla. Al suo interno c'erano pile di registri dall'aria consunta e un plico di vecchi giornali, sospirò rincuorata e la richiuse subito, per riporla nel primo cassetto con l'intenzione di visionarli con calma il giorno dopo.

-Pronta? Venti giorni e sarai a Beauxbatons.- le disse Julie, sorridendo.

-Un po' in ansia, a dire la verità.- rispose, con un mezzo sorriso.

Lo spettro di una vitaWhere stories live. Discover now