Capitolo 65 - Primo settembre

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Capitolo 65

Il mare era tranquillo e se calmava il suo respiro, riusciva a sentire il rumore delle onde che s'infrangevano contro la scogliera, rendendo tutta la situazione ancora più surreale di quanto già non fosse. Erano circa le nove del mattino e non si era spostata neanche di un millimetro, perché il solo pensiero di tornare al villaggio, le faceva ricordare i momenti trascorsi poche ore prima e non voleva ancora tornare alla realtà. Preferiva star lì a rimirare l'acqua cristallina del mare, provando inutilmente a tranquillizzare il suo respiro, cosa impossibile perché non appena ci riusciva, il ricordo dei corpi stesi a terra tornava imperterrito nella sua mente. Essere vivi non serviva a nulla, se poi doveva vivere in quello stato di disperazione che pareva non volerla abbandonare.
D'un tratto udì un scricchiolio dietro di lei, trattenne il fiato ma non si voltò, pronta alla sua fine. Perché dopo quella notte voleva solo che tutto il dolore, sparisse in un attimo e se alle sue spalle c'era di nuovo la donna incappucciata, le avrebbe dato il permesso di finirla per sempre.
Ma nessuno le puntò la bacchetta contro anzi, quel qualcuno si sedette accanto a lei ad ammirare il mare restando in silenzio, in attesa che fosse lei a cominciare a parlare. Jean-Marc osservava le onde infrangersi contro la scogliera e di tanto in tanto, le lanciava qualche occhiata preoccupata. Era spossato a causa della notte appena trascorsa ma nonostante volesse solo dormire, era corso a cercarla nello stesso istante in cui Orion lo aveva avvisato della sua fuga. Era normale che Alyssa provasse emozioni difficili da accettare in quel momento, per lei era la prima vera battaglia a cui aveva partecipato lui invece, era da un anno che combatteva dove serviva. Battaglie di poco conto, rispetto alla notte appena trascorsa ma pur sempre battaglie dove aveva prestato la sua bacchetta, contro gli oppressori della Francia.
Alyssa non accennò a voler parlare e Jean fu costretto a prendere l'iniziativa.

-Non sei il mio tipo, Black.- disse con tono tranquillo.

Sulle labbra della ragazza spuntò un mezzo sorriso ma nonostante ciò, non accennò a dire o fare qualsiasi cosa. Jean comunque la prese come una vittoria e sorrise apertamente, facendosi più vicino a lei.

-Tuo nonno ti sta cercando assieme a Christiane e gli altri. Sono preoccupati.-

-Non dovrebbero, sono qui.- rispose in tono piatto. -Sono sempre stata qui.- sussurrò, puntando lo sguardo a terra.

Ci furono attimi di silenzio dove Alyssa fissava il vuoto e Jean la osservava in silenzio. Provava pena per lei, che in quei mesi aveva lottato per uscire dal tunnel oscuro in cui era caduta e, non appena ci era riuscita, qualcuno l'aveva presa e buttata di nuovo nel baratro fatto di guerra e morte.

-A che serve vivere?- domandò la ragazza. -A che serve combattere se poi dobbiamo vivere così?-

-Per le nostre famiglie, per il futuro...-

-Futuro?- l'interruppe beffarda, alzando finalmente lo sguardo su di lui. -Non ci sarà nessun futuro, non ci saranno famiglie. Nulla di tutto ciò ci sarà, perché saremo morti tutti.-

-Alyssa...-

Non usava quasi mai il suo vero nome per paura di orecchie indiscrete ma quella mattina si sentì costretto a farlo, perché lei aveva perso tutto, anche la sua identità e aveva bisogno di sentirsi di nuovo sé stessa.

-Alyssa non devi pensarla in questo modo. Hai una famiglia che...-

-Io non ho più niente!- urlò scattando in piedi e facendo sussultare il suo amico dalla sorpresa. -Non ho più nessuno lo capisci?- continuò, con le lacrime che le rigavano il volto. -Nessuno ha più bisogno di me.-

-Non è vero!- ribatté Jean alzandosi per raggiungerla. La prese per le spalle e la guardò negli occhi mentre il corpo era in preda a spasmi che non si rendeva conto di avere, le mani le tremavano vistosamente e si sentì impotente di fronte alla sua disperazione. -Tuo nonno si affida a te, i tuoi amici. Non ti rendi conto di quanto tu sia importante e fortunata! Sei viva, Alyssa e molti al villaggio non possono dire lo stesso. Marinelle è morta, Madame Clémont è morta, Jacques Azhirat è morto ma tu sei qui nonostante tutto ciò che hai passato.-

Lo spettro di una vitaWhere stories live. Discover now