Capitolo 74 - Felicità

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Capitolo 74

-Ultima chiamata per la Passaporta diretta a Dover. Ripeto, ultima chiamata per Dover, possono avvicinarsi solo chi ha i documenti vidimati dal Ministero della Magia inglese, tutti gli altri saranno automaticamente rimandati indietro.- 

-Forza, devi andare.- esclamò Jean, dandole trascinandola verso la fila infinita di gente che provava a fuggire dalla Francia. -Lei ha i documenti!- urlò per far sì che il controllore l'aspettasse. 

-Jean non posso andarmene ora! Come farete con le pozioni e tutto il resto? Io riesco a nascondermi, posso aiutarvi.- ribatté disperata mentre provava inutilmente a fermare l'amico. -Per l'amor di Merlino fermati!- gli urlò.

Jean espirò con irritazione e si voltò verso l'amica, si rendeva conto da solo di averla costretta ad abbandonare suo nonno così in fretta e furia senza darle il tempo di salutare nessuno ma non aveva avuto altra scelta. Se voleva salvarla quello era il modo. -Cécile in poco tempo sei diventata una delle mie più care amiche e ti dirò una cosa, se potessi manderei via Camille, Julie e Arnaud adesso ma non posso! Voglio salvare almeno te e ti prego di permettermelo.-

-Baggianate!- rispose con voce rotta dal pianto mentre le lacrime scendevano sulle sue guance. -Ormai faccio parte di questo posto, penso che la battaglia della notte scorsa sia stata una prova della mia lealtà nei vostri confronti e ora mi cacciate?- 

-Monsieur non posso più aspettare.- s'intromise con urgenza il controllore, che poco prima aveva chiamato la partenza della Passaporta. -Tenere a bada queste persone sta diventando troppo difficile, capitemi vi prego.- 

-Sì comprendo.- annuì Jean e sospirò. -Le chiedo solo un minuto, giusto il tempo di salutarla.-

L'uomo annuì riluttante e il ragazzo si voltò verso la sua amica che singhiozzava silenziosamente mentre osservava tutte quelle persone che provavano a fuggire dalle proprie case, incuranti che in Inghilterra la situazione in fondo non era delle migliori. 

-Vai almeno tu salvati, noi ce la caveremo.-

-Tornerò, lo sai vero? Appena potrò tornerò qui a compiere il mio dovere.- ribatté, fissandolo con astio.

-Lo so, Cécile. Ora vai, noi saremo qui.- 

*

Si svegliò di soprassalto con il cuore che le batteva all'impazzata nel petto. Di giorno riusciva quasi a non pensarci ma di notte, il pensiero di aver abbandonato suo nonno in Francia si faceva sempre più pressante, fino a costringerla ad aprire gli occhi e a trovare un po' di tranquillità nel mondo reale. Non aveva dimenticato la promessa fatta quella notte, sarebbe tornata da loro e avrebbe combattuto al fianco dei suoi amici che in quel momento vivevano l'inferno nelle proprie case. Era questo quello che pensava ogni mattina quando si svegliava, Lavanda le aveva detto più e più volte che non doveva sentirsi in colpa di nulla e che anzi, doveva sentirsi fiera di ciò che aveva fatto al villaggio ma lei non riusciva a non pensare a quanto si sentisse inutile stare nel castello. 

Tutti i pensieri però svanirono nell'esatto istante in cui si voltò verso la persona che le cingeva la vita con un braccio e sorrise nel vedere Terrence dormire beato. Era ancora incredula al ricordo della notte appena trascorsa, sembrava aver vissuto un sogno e vederlo in quel momento accanto a lei, era un chiaro indizio che tutto quanto dai gesti alle parole erano realtà. Si erano promessi tutte le parole che non avevano detto in quegli anni ed era impossibile tornare indietro. Aveva deciso cosa fare e per la prima volta dopo tanto tempo, era ferma sulla sua scelta.

Lo osservò ancora per pochi istanti prima di costringersi a svegliarlo, gli accarezzò dolcemente il volto e non poté fare a meno di baciare i suoi capelli neri mentre disegnava sulla guancia cerchi immaginari. Terrence arricciò il naso indispettito e aprì gli occhi incrociando quelli di lei, sembrava fosse sorpreso di vederla lì e sorrise apertamente mentre si tirò a sedere stiracchiandosi. 

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⏰ Last updated: Feb 10 ⏰

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