Capitolo 59 - Scomparsa

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Capitolo 59

Luglio 1995

Benché fosse estate inoltrata, quel giorno pioveva a dirotto sopra i tetti di Londra, la gente si stringeva nei loro impermeabili estivi e gli ombrelli, erano ben stretti tra le mani. Grimmauld Place era semivuota nonostante fossero appena le tre del pomeriggio, c'erano solo un uomo visibilmente alticcio e un ragazzo. Quest'ultimo era appoggiato ad un lampione ma, a differenza del signore, lui era perfettamente asciutto e all'apparenza tranquillo. Continuava a guardare un punto della piazza e, di tanto in tanto, controllava l'orario sul suo orologio. L'Elfo raffigurato nel quadrante gli indicò svogliatamente l'ora e il ragazzo sospirò, lasciando trapelare la sua preoccupazione. Decise di attendere ancora qualche minuto poi sarebbe andato a cercarla ma, non appena finì di formulare questo pensiero, una ragazza dai capelli biondi, si palesò nel vicolo accanto all'imponente complesso di abitazioni. I suoi capelli erano arruffati a causa della pioggia e lo sguardo, lasciava trapelare impazienza. Non appena si rese conto della sua presenza, la ragazza lo raggiunse con fare frettoloso, ignorando i complimenti inopportuni dell'uomo e accelerando il passo quando lo vide provare ad avvicinarsi.

-Tutte le migliori, sono sempre già prese.- borbottò, prima di prendere un sorso di alcol dalla bottiglia che aveva in mano.

Il ragazzo gli lanciò un'occhiata glaciale e l'uomo, decise che da lì era meglio andarsene. Se ne andò barcollando e urlando improperi contro di loro ma la ragazza, sospirò sollevata nel vederlo scomparire dietro l'angolo. Senza proferire parola, la bionda si posizionò alla metà perfetta tra il numero undici e il tredici e nel tempo di un sospiro, l'imponente dimora dei Black si palesò ai loro occhi. Il giovane trattenne il fiato alla vista delle scale vandalizzate; le statue raffiguranti i Gargoyle erano state fatte esplodere e ne erano rimasti solo i basamenti in marmo ma quello che più lo inorridì, fu la scritta sulla porta:
"Traditori".
Non ebbe modo di dire nulla, perché la sua compagna aveva già salito i gradini che li dividevano dall'ingresso; la raggiunse e non appena le fu alle spalle, fece per prendere la bacchetta ma si fermò, quando notò che la porta era socchiusa. La ragazza la spinse lentamente e sgranò gli occhi alla vista del lungo corridoio a cui era abituata. La carta da parati era stata strappata con urgenza e le teste di Elfo erano riverse sul pavimento, decine di occhi elfici li osservavano da terra con lo sguardo vitreo di chi aveva lasciato la vita anni orsono. Il ragazzo si fece largo lungo il corridoio, fino ad arrivare a quello che era stato un sontuoso salotto.

-Dovresti fare l'Auror.-

-Fortuna che tu vuoi fare la pozionista, se no eravamo tutti morti.-

Terrence Higgs guardò il divano dove aveva appoggiato la schiena quel pomeriggio di Natale e sospirò affranto, nel vederlo vandalizzato da mani sconosciute. Per tanto tempo aveva ripensato a loro due immersi nelle proprie faccende e vedere la stanza conciata in quel modo, lo fece sentire ancora più lontano.

-Guarda qui.- esclamò Lavanda alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò e un'espressione addolorata si palesò sul suo volto. Sull'albero genealogico dei Black, i nomi di Sirius, Orion e Alyssa erano stati cancellati con il fuoco.

-Non lo meritano.- continuò la ragazza, sospirando.

-Sono gli altri a non meritare il posto su questo arazzo, non loro.- rispose irritato. -Forza, andiamo.-

Lavanda annuì e gli fece strada lungo il corridoio, fino ad arrivare a quello che era stato lo studio di Orion. La porta in mogano era spalancata e anche su questa, come all'ingresso, spiccava la scritta "Traditori".
Ma ciò che sorprese i due, fu il mucchio di cenere sul pavimento. Terrence si chinò per toccarla ma Lavanda lo fermò, posandogli la mano sulla spalla.

Lo spettro di una vitaWhere stories live. Discover now