Capitolo 60 - Incontri

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Capitolo 60

Non sapeva da quanto tempo si trovasse lì, l'unica cosa di cui fosse certa, era il tramonto costante che colorava di rosso fuoco il cielo sopra di lei. Gli alberi la sovrastavano, dandole una sensazione di oppressione che raramente aveva provato, correva ma non si muoveva di un millimetro e i rumori dietro di lei, diventavano più pressanti ogni minuto che passava. Risate divertite si facevano sempre più avanti e lei, incapace di muoversi, rimaneva ad ascoltarle con il cuore che le batteva all'impazzata.
Respira, respira, respira.
Provava a ignorare quelle risate, concentrandosi sul suo petto che si alzava e abbassava a un ritmo innaturale ma nulla, quell'ilarità continuava a penetrarle nelle orecchie senza che lei potesse fare nulla. Quando allora decise di tapparsi le orecchie con le mani, una figura si presentò davanti a lei. La riconobbe subito nonostante la distanza, sembrava che gli alberi si stessero spostando per farla passare e sorrise rincuorata di averla di fronte. Ma il sollievo durò poco, perché il suo volto era tutto fuorché sereno e la mano, innaturalmente scheletrica si allungò come a volerla toccare.

-Piccola, piccola Black!-

Urlò la voce alle sue spalle ma lei era troppo scioccata per dire qualcosa, provò a muoversi ma questa volta il suo corpo non seguì il suo volere.
Rimase ferma di fronte alla donna, senza proferire parola.

-L'hai uccisa tu, piccola Black.- sghignazzò la voce dietro di lei. -È tutta colpa tua.-

L'ultima frase la fece sussultare, non tanto perché non credesse a quelle parole, quanto più per la vicinanza. La persona alle sue spalle le aveva sussurrato all'orecchio come se fossero lame pronte a toccarle la pelle.

-Io... Io...-

-Io Io Io Io. Lei è morta ed è merito tuo!-

Bellatrix Lestrange si allontanò da lei, per avvicinarsi a Josirée, la quale continuava ancora ad avere la mano tesa, le accarezzò i capelli castani e li baciò con fare materno, prima di strapparli senza pietà.
Alyssa urlò ma Josirée non oppose resistenza.

-Adesso ti dispiace, piccola Black? Ormai è tardi, perché lei è già morta.- sghignazzò Bellatrix.

-Non è colpa mia.- mormorò la ragazza, con la voce incrinata dalle lacrime che stavano minacciando di scendere.

Josirée sembrò come ridestarsi a quelle parole. Lo sguardo, dapprima vitreo, scattò su di lei facendola sussultare e le labbra, si strinsero in una linea sottile fino quasi a scomparire.

-Invece lo è. È colpa tua se sono morta.-

~

-Padroncina Alyssa!-

La ragazza spalancò gli occhi e si guardò attorno con aria impaurita, Kreacher la stava guardando con preoccupazione ma non gli diede peso e si mise a sedere, osservando l'ambiente attorno a lei.
Era da poche settimane, che si trovavano in Francia e non si era ancora abituata, a quella stanza così anonima per lei. Non aveva disfatto il baule e il massimo che faceva, era arrivare al mare e tornare dritta a casa a testa bassa per non farsi notare. Non voleva stare lì, ma non voleva tornare neanche a casa, dopo quello che era successo l'ultimo giorno di scuola. Si vergognava ancora e non si sentiva pronta ad affrontare i suoi amici e gli altri membri dell'Ordine, perciò si era arresa a una quotidianità fatta di lunghe passeggiate al mare e reclusione nella propria stanza. L'unica richiesta di suo nonno era stata quella di mantenere un profilo basso, per il resto l'aveva lasciata libera di girovagare nonostante la situazione precaria della Francia. Lui era stato l'unico a non accanirsi su di lei, persino alcuni suoi compagni come Ginny o Ron le avevano rinfacciato quanto fosse stata stupida e lei si sentiva esattamente così.
Impotente.

Lo spettro di una vitaWhere stories live. Discover now