Capitolo 54 - Emmeline

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Capitolo 54

-Clarence ed Emmeline Kreft, erano l'esempio di genitori perfetti, l'amore che provavano per le piccole Marlene e Lilian, era immenso. Sempre sorridenti e pieni di vita, gente che non si tirava mai indietro, quando si trattava di aiutare qualcuno. E Arthur, un uomo distinto e dal cuore tenero, non ho mai sentito parole di cattivo gusto nei suoi confronti, semplicemente perché non c'è n'erano.
Impossibile non volergli bene.
E infine Marlene e Lilian, le quali portavano i nomi di due grandi donne della Guerra Magica, loro hanno avuto un destino peggiore. Non vivranno mai le gioie della vita ma sappiamo, che saranno sempre con noi a festeggiare le nostre vittorie.
Oggi diamo l'ultimo saluto a Clarence, Emmeline, Lilian, Marlene e Arthur Kreft, una famiglia che non dimenticheremo mai.-

-Stronzate, tutte stronzate.-
-Ma Arthur, non era lo stesso che non voleva vederli insieme?-
-No Mary, non piangere. Sarò sempre con te.-

Le lacrime le bagnavano la sciarpa che aveva indosso, il cielo era limpido e un tiepido sole li riscaldava, come a prendersi beffe di loro e del loro dolore. Le cinque bare, erano allineate di fronte alla ressa di persone che si era presentata, poco distante da lei la McGranitt e la Sprout sedevano accanto a Silente, la prima con gli occhi puntati sulle casse più piccole mentre la seconda, singhiozzava di tanto in tanto. L'anziano preside, aveva il volto addolorato e non parlava molto, nonostante qualche mago gli si era avvicinato per scambiare due chiacchiere. Mary immaginò, cosa stesse passando, per la mente dell'uomo.
I rimorsi lo stavano sicuramente divorando; il destino tragico di Lilian e Marlene, ricordava fin troppo quello che le accomunava, alle donne di cui portavano il nome.
E quel giorno, esattamente come quattordici anni prima, era doloroso come non mai.
Scosse il capo, voltando così lo sguardo verso l'altra zona dove i partecipanti al funerale, avevano preso posto. Riconobbe Josirée Edwards, Jocelyn Perks e Severus Piton, seduti poco più dietro rispetto alla sua fila. Le venne da ridere, al pensiero che di fronte alla morte, non c'erano più divergenze e odio, non esistevano più scherzi di cattivo gusto o battutine fuori luogo.
C'erano solo rimorsi.
Incontrò lo sguardo di Orion Black e questo le fece un cenno del capo impercettibile, gesto che lei non ricambiò, preferendo osservare il cane accanto a lui. Nonostante i pericoli, a cui andava incontro ogni volta che usciva, non aveva voluto perdere l'ultimo saluto ad Emmeline. Un gesto, che non aveva potuto fare per nessuno dei loro amici, scomparsi anni prima.

-... E adesso, la signorina Mary MacDonald, dirà due parole per ricordare la famiglia Kreft.-

Remus accanto a lei la richiamò e finalmente, si girò verso il mago officiante, che la guardava con uno sguardo colmo di rassicurazione. Mary si alzò dal suo posto e contò mentalmente, i passi che la dividevano dal leggio. Quando si posizionò di fronte ad esso, si rese conto di quanta gente era venuta a dare l'ultimo saluto, alla famiglia della sua migliore amica.

-MacDonald, inizia a parlare, svelta.-
-Non ascoltare Marlene, Emm. Prenditi il tuo tempo.-
-Sarò sempre con te, Mary. Non me ne sono andata.-

Era incredibile come il suo cervello, si fosse ormai abituato a darle coraggio, con le loro voci. Fece un mezzo sorriso, nell'immaginare le tre amiche parlarle e sospirò subito dopo, fece vagare lo sguardo su tutta la folla, che attendeva soltanto una sua frase.

-Conobbi Emmeline, il primo settembre del 1971, per la precisione dopo lo smistamento. Si sedette accanto a me, e iniziò a parlarmi così velocemente che io, non ebbi modo neanche di rispondere. Lì per lì pensai che fosse mezza matta ma più in là, scoprii che il suo, era solo un modo per calmare il nervosismo. Fu la seconda persona che conobbi quel giorno, la prima, Marlene Mckinnon, le intimò di chiudere il becco e mangiare.
Era sempre così, Emmeline parlava troppo e Marlene la calmava.
La terza persona che conobbi a Hogwarts quella sera, fu Lily Evans. In breve tempo, lei divenne la voce della coscienza del gruppo, consigliava tutte noi, indipendentemente dalla cavolata che avevamo fatto. Vi starete chiedendo perché, io stia parlando di Marlene e Lily quando qui, stiamo dando l'ultimo saluto ad Emmeline.- disse, guardando la folla che in silenzio, ascoltava il suo discorso. -Ebbene, eravamo un gruppo, una famiglia per scelta e non posso non nominarle perché loro stesse, concorderebbero con me adesso.
Emmeline incontrò Clarence per la prima volta, in un pomeriggio di primavera, vedete il ragazzo non ebbe subito occhi solo per lei, prima infatti aveva una cotta enorme per Marlene. E così Emmeline decise di aiutarlo con lei, con l'intento di farlo innamorare di sé stessa. Un piano che sia io che Lily non approvammo, ci sembrava quanto mai assurdo e senza un filo logico, a collegarlo.
Ma alla fine ci riuscì, non sappiamo neanche noi come eppure dopo gli esami del quinto anno, Clarence si presentò fuori dalla Sala Grande con l'intento di chiederle di uscire. Da allora, non si sono mai lasciati.
Nonostante Arthur non accettava lei e le sue umili origini, ben presto si era dovuto ricredere, Emmeline Vance era la dolcezza fatta a persona.
Lilian e Marlene erano le bambine più vivaci, che io abbia mai conosciuto, due uragani pronte a far sorridere chiunque le incontrasse. Loro erano il miracolo per eccellenza, arrivate in un momento in cui ormai né Emmeline né tantomeno Clarence, speravano più di avere figli. Sembrava che da lassù, le nostre due amiche le avessero fatto questo regalo ed era impensabile, dare loro dei nomi che non fossero quelli di Lily e Marlene.- si fermò un attimo e alzò lo sguardo, per non far scendere le lacrime, poi continuò. -Sapete, durante l'ultima notte a Hogwarts, avevamo fatto un patto. Per festeggiare la fine della scuola, saremmo andate a caccia di Aurore Boleari in Islanda, nel villaggio magico di Silfross l'inverno successivo. Ovviamente non partimmo mai ma quella promessa, io ed Emmeline non l'abbiamo mai dimenticata. Avevamo deciso di partire il prossimo inverno, fanculo tutto e tutti, saremmo andate in Islanda a guardare l'Aurora boreale, in onore di Lily e Marlene ma adesso... Adesso che senso ha?- chiese, come se qualcuno della folla potesse risponderle. -Che senso ha, vedere l'Aurora boreale, quando la persona con cui volevi vederla, non c'è più?-

Lo spettro di una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora