Capitolo 2 - Morte

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II Capitolo

Erano passati ormai quattro anni da quando Theodore Nott aveva conosciuto Alyssa Black, e gli stessi anni erano passati da quando non era più un semplice bambino purosangue.
Da quando l'aveva conosciuta a Natale, la sua vita era stata completamente stravolta da quel rapporto di amicizia.
Oramai seguivano insieme le lezioni del professor Bruneis a casa Black e il sabato pomeriggio, mentre le signore prendevano il té, loro giocavano nell'atrio.

Era ben presto diventata un'abitudine vivere con lei e di questo ne era felice, si sentiva meno solo quando l'aveva accanto.
Da qualche tempo i genitori non gli davano più tanto retta soprattutto sua madre, che se ne stava tutto il giorno chiusa nella camera dell'ultimo piano. Non scendeva neanche per i pasti o per il té del sabato con Walburga Black. Theodore sapeva che la colpa era sua, ne era assolutamente sicuro, perché ogni volta che provava ad andare da lei, suo padre e Kramy lo fermavano.

La risposta quindi era semplice, sua madre non voleva vederlo e il motivo era che lui non si stava comportando bene.
Così, piano piano, aveva iniziato a distaccarsi da chi la portava sulla cattiva strada e Alyssa era proprio colei che lo portava per vie sbagliate. Lui lo sapeva, perché la mamma una volta lo aveva colto sul fatto mentre scivolava dal corrimano e non fu proprio una bella giornata quella.
Iniziò ad allontanarsi dapprima non passandole più i compiti durante le lezioni, poi arrivando a dire bugie per non giocare il sabato.
E nonostante questo, la madre non voleva vederlo.

Quel giorno, Theodore fu accompagnato da un elfo domestico a casa Black e non dal signor Nott come avveniva ogni mattina. Appena il padre gli comunicò questo cambiamento, il bambino lo guardò un po' stranito, adesso anche lui mi odia, pensò sconsolato mentre prendeva la cartella e si avviava dall'elfo.

Arrivato a casa Black, Kreacher lo fece accomodare nella solita stanza adibita ad aula. Il ragazzo si sedette al solito posto dove ad aspettarlo c'era un bigliettino mal ripiegato.
Lo aprì, un po' scocciato, sapendo già cosa vi era scritto.

Theo, mi spieghi cosa ti ho fatto?! Se si tratta del ragno dentro la cartella ti chiedo scusa! Mi ha costretto il professore, lo sai.

Sbuffò e lo mise nella cartella, lei non capiva nonostante ormai fosse evidente. Non appena posò il quaderno sul banco, il professore entrò con la sua solita calma, poggiò il libro che aveva in mano e si tolse il cappotto con fare tranquillo.

Theodore lo guardava con fare inespressivo, pronto per un'altra noiosissima lezione assieme a quel tipo ribatezzato da Alyssa Topo, a causa della sua somiglianza con l'animale. Era un uomo burbero con cui era impossibile ragionare.

-Oggi, finiremo prima, Theodore- esclamò il professore, stranamente gentile.

Theodore ne rimase sorpreso ma annuì senza farglielo notare.
Subito dopo si sentirono dei tonfi per le scale e alla porta comparve una bambina con un vestito nero, e i capelli corvini spettinati raccolti in una coda alta da un fiocco grigio.

-Phineas mi ha costretta a dormire di più perché giova alla pelle! E' stato orribile, io volevo alzarmi e lui non me lo permetteva!- esclamò Alyssa mentre scoppiava in un pianto poco veritiero.

Il professore alzò lo sguardo al cielo e sbuffò, Theodore sapeva bene cosa stava pensando l'uomo, era ormai stufo del comportamento della piccola Black.

-Okay, professore lo so che l'ho già detta questa, ma è la verità, sono sicura che Theodore mi crede, vero?- disse voltandosi verso il bambino, speranzosa.

Di tutta risposta, Theodore non disse nulla e tenne lo sguardo fisso sul libro, ignorando la scena.

-Si sieda, signorina Black, non voglio più sentire queste baggianate nella mia aula è chiaro?!- urlò l'uomo esasperato mentre si apprestava a scrivere sulla lavagna.

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