Capitolo 28 - Capitano

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Capitolo 28

A quell'ora Hogwarts era vuota, tutti tra studenti e professori infatti si trovavano a mangiare allegramente nella Sala Grande. Lei quella sera aveva preferito non cenare. I suoi pensieri erano tutti legati a un sabato mattina prima di Natale, quando Lavanda Brown era entrata nel suo studio, pallida in volto e con delle occhiaie che le incorniciavano gli occhi verdi. La signorina Brown non era mai stata un'alunna a cui lei aveva pensato molto, complice il fatto di avere Potter, Granger e Weasley che ogni anno si ritrovavano coinvolti in qualcosa di strano. Perciò quando l'aveva vista entrare di corsa con Draco Malfoy al seguito era rimasta sorpresa. L'aveva fatta sedere e aveva gentilmente chiesto al signor Malfoy di uscire dal suo studio per darle la possibilità di sfogarsi.

Fu quando il ragazzo uscì che la ragazza la guardò seria, per lei fu come conoscerla realmente. La biondina sempre interessata alla divinazione e attirata più dalla moda che dallo studio, in quel momento la guardava come se lei, Minerva McGranitt, fosse l'unica in grado di aiutarla.

-Ogni notte sogno un ragazzo che mi chiede di portarlo indietro-

Lì per lì non capì subito cosa la ragazza intendesse, non si aspettava di certo che fosse andata da lei per degli incubi. Poi però decise di darle il beneficio del dubbio e la invitò a proseguire il suo racconto, d'altronde non era mai andata da lei per un aiuto. Dalla spiegazione di Lavanda Minerva capì subito cosa intendesse con quella frase.

Lavanda era in grado di comunicare con i morti. Un dono assai raro, che spiegava l'inclinazione alla Divinazione della ragazza. Un dono che se non preso in tempo, rischiava di portare alla pazzia chiunque lo avesse. E dalle occhiaie della ragazza aveva capito che la situazione la stesse stressando e non poco.

Sospirò e si portò la tazza alle labbra pensierosa. Tutto ciò era successo appena due giorni dopo la visione di Sibilla ed era questo a farla preoccupare. Non poteva essere una coincidenza che tutto fosse legato ad una sola persona e non riusciva a darsi una risposta. Fece qualche sorso prima che qualcuno bussasse alla sua porta.

-Avanti- disse posando la tazza, ormai vuota, sul piattino.

La porta si aprì e Minerva non fu sorpresa di vedere entrare Severus con la sua solita aria arcigna. La donna lo guardò e pensò stupidamente che non era mai cambiato da quando aveva frequentato Hogwarts, ora era un uomo segnato da scelte sbagliate ma fedele al suo essere. Minerva gli fece cenno di sedersi.

-Volevi vedermi, Minerva?- chiese l'uomo mentre si sedeva sulla sedia davanti la scrivania.

La donna annuì e sospirò nuovamente. Da quando Severus era diventato professore i due non avevano mai avuto un rapporto amichevole, professionale si ma non oltre e un po' le era sempre dispiaciuto di ciò.

-Innanzitutto volevo ringraziarti di essere venuto a quest'ora- esclamò Minerva con tono riconoscente.

Severus fece un gesto con la mano come a dire di non preoccuparsi e alzò gli occhi al cielo, irritato. -Non ti preoccupare, se avessi sentito ancora quanto a Beauxbatons la cucina sia megliore della nostra penso che avrei avvelenato il piatto di Maxime-

Minerva si ritrovò a ridacchiare ma smise subito quando vide il volto serio di Severus. Le venne il dubbio che l'affermazione non fosse una battuta. Si mise più comoda sulla poltrona e lo guardò.

-Albus penso ti abbia detto cos'è successo alla signorina Brown- esclamò, guardandolo negli occhi.

Non appena Lavanda era uscita dal suo studio, si era precipitata da Albus per parlarne e fu proprio lui a dirle di parlare con Severus anziché con Sibilla. L'uomo annuì e la invitò a continuare.

Lo spettro di una vitaWhere stories live. Discover now