XIV - L'auto del futuro

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La paura di innamorarsi non è
forse già un po' d'amore?

Cesare Pavese





🌬ATTENZIONE!In questo capitolo sono inseriti riferimenti giuridici che non ritraggono il vero

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🌬ATTENZIONE!
In questo capitolo sono inseriti riferimenti giuridici che non ritraggono il vero.


«Bene, possiamo iniziare» il giudice portò le mani davanti al busto e si sedette comodamente sulla poltrona «Gideon e Nicholas Lawrence, per l'accusa di omicidio come vi dichiarate?»

I due fratelli si alzarono contemporaneamente «Innocenti, Vostro Onore»

Il giudice Wilson alzò gli occhi su di loro e scosse la testa ripetutamente «Ottimo» sorrise leggermente quasi come se fosse felice di quella situazione «A causa delle ulteriori prove venute alle luce nelle ultime ore, la vostra richiesta di cauzione è respinta»

Gideon si girò verso il figlio seduto qualche posto più indietro e lo vide avvicinarsi al viso di Paul e sussurrargli qualcosa all'orecchio, forse gli stava chiedendo cosa significassero quelle parole appena pronunciate dall'uomo con quella buffa tonaca nera.

«Dovrete quindi ritornare in prigione. Il processo comincerà la prossima settimana, la corte si aggiorna!» continuò a parlare il giudice, battendo il martelletto.

«A causa delle ulteriori prove? Mi prende in giro?» Nicholas si alzò di scatto attirando tutti gli sguardi su di sé «Mi scusi signor giudice, per ulteriori prove intende i soldi che la donna qui presente ha pagato la corte per rispedirci in prigione?» allungò il braccio verso un punto ben preciso alle sue spalle, indicando la donna che se ne stava seduta impassibile al primo banco.

«Signor Lawrence le consiglio di tacere» il giudice si alzò e con un cenno della testa autorizzò i due poliziotti ai lati della stanza di ammanettare nuovamente i due uomini con addosso una semplice casacca blu e dei larghi pantaloni dello stesso colore «Se non vuole peggiorare la situazione...»

Il maggiore dei Lawrence fu il primo ad essere portato via, uscì dall'aula con la testa bassa, incapace di alzare lo sguardo verso la sua famiglia e soprattutto verso suo figlio. Nicholas, invece, si fermò a due passi da Aria e la guardò da capo a piedi, lei vestita come sempre impeccabile e lui come un carcerato qualsiasi.

«Ti giuro Aria che quando uscirò da qui non avrai pace un solo secondo»

«È un'intimidazione questa?» lei incrociò le braccia al petto «Io nella tua situazione farei attenzione alle parole che pronunci»

L'agente aumentò la presa sui suoi polsi e lo trascinò fuori mentre lui continuava a tenere gli occhi fissi sul viso della sorella sul quale era appena spuntato un ampio sorriso.

«Te lo giuro Aria!» gridò un'ultima volta prima di scomparire al di là della porta.




AriaWhere stories live. Discover now