XLI (parte 2) - Parlami d'amore, Mariù

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Sei scolpita nel mio cuore, Clark.

Io prima di te




Aria aveva visto una miriade di film ma quelli che più amava erano quelli senza un lieto fine, li trovava più realistici e forse anche più alla sua portata

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Aria aveva visto una miriade di film ma quelli che più amava erano quelli senza un lieto fine, li trovava più realistici e forse anche più alla sua portata. Le piacevano quei finali in cui i protagonisti si lasciavano dopo aver vissuto un amore folle e indimenticabile, per poi rincontrarsi dopo anni in uno di quei locali con le luci al neon, entrambi con i propri sogni nel cassetto realizzati, cresciuti, maturati ed impegnati in altre relazioni. Si sarebbero scambiati un'occhiata, al massimo due, e poi prima che uno dei due potesse uscire dalla porta da cui pochi minuti prima era entrato, avrebbero sorriso ricordando ciò che erano stati.

Se avesse dovuto raccontare la sua fuga da Villa Carter l'avrebbe descritta più o meno così, senza neanche un sorriso nel mezzo però.

Peccato che non sapesse che Dimitri nell'esatto momento in cui l'aveva vista sgattaiolare via si era subito precipitato all'uscita, pronto a correrle dietro per fermarla e magari dirle anche che non gliene fregava niente di quella stupida festa organizzata da Sally - così come l'aveva chiamata lei quella sera.

Neanche quella volta l'universo fu dalla loro parte però, perché prima che lui potesse gridare a gran voce il suo nome, una mano afferrò prontamente il suo braccio.

Si girò immediatamente, riconoscendo la pelle a contatto con la sua, e sospirò leggermente scocciato, avendone già abbastanza.

Non aveva chiesto nulla di tutto quello.

«Tutto bene?» gli domandò Sophie allungando l'altra mano verso il suo viso, ma lui si scansò visibilmente scostato «Ma che ti prende? Non ti è piaciuta la sorpresa?»

«No» rispose senza troppi giri di parole.

«No?» aggrottò la fronte confusa «Che intendi?»

«L'ultima cosa che volevo era questo...» indicò la sua casa sommersa da persone che neanche conosceva.

«Volevo solo fare una cosa carina per te... dopotutto è il tuo compleanno»

«A me non è mai piaciuto festeggiare il mio compleanno» replicò lui cominciando ad alzare anche un po' la voce «Perché credi che non l'abbia organizzata io una festa altrimenti?»

La donna fece un passo indietro sentendosi improvvisamente a disagio ed anche un po' in imbarazzo sotto lo sguardo di quello che doveva essere il suo fidanzato.

«Fammi capire, tu ti stai arrabbiando con me perché ho voluto organizzarti una festa per festeggiare insieme il tuo compleanno?»

«Io non volevo festeggiarlo!» continuò a ribadire quel concetto che a quanto pare non le era ben chiaro «Ti ho per caso detto di voler festeggiare? Ti ho detto di volere una festa?»

A differenza di Sophie, lui rimase saldo con i piedi a terra senza muoversi neanche di un solo millimetro, le mani nelle tasche dei pantaloni e l'espressione stanca di chi voleva chiuderla lì.

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