XXIV - Paris m'a redonné une maison

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Accetta il compromesso dove puoi.
Dove non puoi, non farlo.
Anche se tutti continuano a dirti
che una cosa sbagliata è giusta,
anche se tutto il mondo ti dice di spostarti,
è tuo dovere di rimanere fermo,
guardarli negli occhi e dire "No, spostati tu".

Captain America: Civil War





❞Captain America: Civil War

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Paris, France.
Il giorno della partenza...

«Allora? Qual è la cosa così tanto importante da farmi svegliare alle quattro di mattina?»

«Sto andando in aeroporto»

«E quindi?» domandò confuso l'amico dall'altra parte del mondo «Comunque devo ancora capire perché hai preso un normale aereo di linea e non il tuo jet»

«Te l'ho già spiegato!» Aria quasi urlò per la disperazione «Non devo dare nell'occhio»

«Boh, sei strana» ormai Dimitri aveva perso il sonno e quindi tanto valeva alzarsi dal letto e ordinare una colazione abbondante allo staff dell'hotel in cui soggiornava per quei giorni ad Atlanta «Comunque, cosa volevi Ria?»

Alzò leggermente le spalle in alto non essendo neanche lei a conoscenza del vero motivo per il quale l'avesse chiamato, forse perché era l'unica persona che in quel momento volesse sentire «Io e Vic non ci parliamo da quella sera»

«Aria!» la rimproverò «Perché ieri non sei andata a trovarla?»

«Ho avuto da fare» mentì; in realtà aveva passato tutto il giorno ad occuparsi di faccende di lavoro solamente per noia.

«Non ti credo»

«In ogni caso, non mi è piaciuto il suo atteggiamento. Mi stava troppo addosso...» non poté aggiungere dell'altro perché neanche Dimitri era a conoscenza di quella misteriosa lettera e del suo contenuto «E poi neanche lei si è fatta più sentire»

«Mi spieghi perché mai ti avrebbe dovuto chiamare se tu l'hai praticamente sbattuta fuori casa tua?»

«Se lo dici così sembra una brutta cosa»

Dimitri si portò una mano alla fronte e strinse le palpebre più forte che potesse altrimenti sarebbe scoppiato a riderle in faccia «Perché lo è!»

«Sembri una marmotta con quella faccia, ma che stai facendo?»

«È un metodo che ho trovato su internet per non ridere in occasioni importanti»

«Non farlo mai alle riunioni di lavoro altrimenti ti licenziano» gli consigliò.

«Mi licenziano dalla mia stessa azienda?»

«Probabile» alzò lo sguardo dal cellulare e lo spostò davanti a sé «Dimitri ci sentiamo dopo»

«Va bene...» corrugò la fronte non capendo cosa avesse appena visto, ma lasciò perdere «Ci si vede tra otto ore, baby»

«Bleah, non chiamarmi mai più baby!» si affrettò a chiudere la videochiamata dopo un saluto veloce.

Nel frattempo la persona che aveva visto in lontananza si stava avvicinando sempre di più, fino ad arrivare ad un metro da lei. Aria le indicò la sedia libera accanto a sé, invitandola ad accomodarsi al suo fianco.

«Viaggi leggera?» domandò sarcasticamente essendo l'unica persona in tutto l'aeroporto senza valigia.

Victoria sorrise per il suo solito umorismo «Mi dispiace per l'altro giorno»

«Dispiace anche a me averti cacciata via»

«Lo so che non è vero»

«Può darsi» sorrisero entrambe «Però mi sarebbe dispiaciuto partire e non salutarti, e questa volta dico per davvero»

Victoria le afferrò una mano e gliela strinse forte, le sarebbe mancata veramente molto. Per tutti quegli anni l'aveva sempre trattata come una figlia ed in quel momento vederla andare via le provocò un tonfo al cuore.

Per Aria, invece, Victoria era stata una seconda madre e le sarebbe sempre stata grata per non averci pensato due volte a lasciare tutta la sua vita a New York pur di raggiungerla a Parigi. Aveva imparato a vivere in un paese del tutto diverso da quello dove aveva vissuto per più di quarant'anni.

Adua e Jordan ci avevano visto lungo e non a caso alla sua nascita avevano deciso di chiamarla Aria Victoria, un po' perché la loro migliore amica non potesse avere figli e un po' perché sapevano che sarebbe stata una madrina perfetta per la loro bambina.

«Aria stai attenta...» ritornò a parlare dopo un po' «Mi raccomando»

«Si, non preoccuparti» la rassicurò, sapendo quante ne avesse dovute passare.
Ormai era l'unica persona che le rimaneva, prima il divorzio con il marito, poi la prematura morte di Adua e Jordan...
Non ne poteva più di vedere le persone che amava andare via.

«Vic» la richiamò attirando la sua attenzione «Grazie per tutto»

«Sono io a doverti ringraziare» rispose immediatamente «Tu mi hai ridato una famiglia» lasciò scendere una lacrima sulla sua guancia.

Aria se ne accorse e gliela asciugò immediatamente «Ieri sera ho chiamato quel tizio, Gabriel... l'ho avvertito che se in mia assenza farà qualcosa di sbagliato con te, non ci metto nulla a prendere un aereo e tornare a Parigi»

«Mio dio» scoppiò a ridere stringendola forte a sé «Ti voglio bene raggio di sole»

Aria sorrise a quelle parole e in quell'abbraccio ritrovò la cosa più vicina all'amore di una madre.

«Ti voglio bene anche io madrina»

Aria le aveva ridato una famiglia, Victoria le aveva ridato una madre e Parigi le aveva ridato una casa.

AriaWhere stories live. Discover now