Epilogo

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Quel giorno il mare era mosso, agitato da far paura. Proprio come piaceva ad Aria.

Lei che il mare l'aveva sempre odiato per la sabbia, la salsedine e il caldo torrido, lo amava in una maniera smisurata quando dava sfogo a tutta la sua forza con quelle onde altissime.

Nicholas lo sapeva bene.
Ricordava perfettamente quando da bambina correva felice verso la riva per ammirare da più vicino quello spettacolo.

Quel giorno, quello seguente e quello dopo ancora era scappato lì. Aveva corso anche lui verso la riva fino a perdere il fiato.
Si era seduto su di uno scoglio con le mani ancora sporche di sangue a torturarsi le tempie. Sentiva la testa scoppiargli e ad ogni piccolo frammento di quel venticinque d'agosto una lacrima scendeva sulle sue guance.

Era andato via dall'ospedale ancor prima di parlare con qualche dottore per sapere come stesse sua sorella.
Non riusciva più a sopportare quella situazione, era troppo, era tutto troppo.

Beth in quei giorni l'aveva tartassato di chiamate, e nonostante non volesse sentire la voce di nessuno, ascoltava di continuo tutti i messaggi che gli lasciava in segreteria.

Ma era proprio in quei momenti che stava peggio, perché ogni parola detta da Aria in quei mesi gli tornava in mente con la stessa potenza di un pugno ben assestato dritto in faccia.

Non so cosa tu sia venuta a fare, ma so che porterai solo guai.

Le aveva detto quel giorno in cui se l'era ritrovata nel suo ufficio nell'Upper East Side.

Lei l'aveva guardato con un sopracciglio alzato e gli aveva rivolto uno di quei suoi soliti sguardi agghiaccianti.

Ti sbagli Nicholas, è questa maledetta famiglia che continua a perseguitarmi e a portarmi guai.

E lui solo in quel momento capì il perché.

Mesi interi a chiedersi quale fosse il vero motivo per cui fosse tornata.
Tante erano state le sue ipotesi, era arrivato addirittura a pensare che volesse vendetta.
E invece tutto ciò che voleva era proteggerli.
Aria era salita sul primo aereo diretto per New York per salvarli tutti, nonostante tutto.
Decine di notti insonni a cercare cosa l'avesse spinta a rimettere piede a Villa Lawrence, per poi scoprire che fosse tutto dettato solo dall'amore.

Si rigirò tra le mani quella foto che ancora conservava nel portafoglio, arrivò quasi a consumarla. Accarezzava il viso di una piccola Aria che si lasciava abbracciare da lui e Gideon senza fare troppe storie.

Quella era una delle tante foto che aveva scattato la loro madre. Uno dei tanti attimi che aveva definito perfetto nelle sue imperfezioni.

Sei pronta a ritornare a Saint Breath?

È come chiedermi se sono pronta a morire per mano vostra.

Tutte quelle frasi continuarono a ripetersi continuamente ed ininterrottamente nella sua testa come se si trattasse di un disco rotto.

«Nicholas...» una mano si posò sulla sua spalla, facendolo voltare immediatamente.

Sapeva perfettamente a chi appartenesse quella dolce voce e fu grato di ritrovarsela lì, a pochi centimetri da lui.

«Sapevo di trovarti qui» mormorò Beth sedendosi al suo fianco.

«E perché non sei venuta prima?» disse in un sussurro quasi impercettibile.

Non aveva neanche più la forza di parlare, la gola gli faceva male e la voce gli sembrava un qualcosa di superfluo in quel momento.

«Perché sapevo anche che volessi stare da solo per un po'»

AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora