Capitolo 12 - Parte 2

2.7K 156 30
                                    

Cinque minuti dopo la fine della partita, anche dopo la scomparsa di Hayden negli spogliatoi, mi arrivò un messaggio da parte sua:

-Parcheggio a sinistra del campo,
Fatti trovare lì tra 5 minuti.

Mi aveva sconvolto? Si.

Tanto quanto lo sguardo dopo il touchdown? No, quello sarebbe stato insuperabile.

Dissi a Malcolm che non sarei tornata con lui, subito dopo mi beccai un valanga di domande alle quali non risposi, e gli ricordai di salutarmi Donna e di abbracciarla anche da parte mia. 

Anche lei, come la squadra di football, era già andata negli spogliatoi femminili per cambiarsi.

Ad ogni modo, nonostante la partita fosse finita, erano state solo poche persone a dileguarsi. Gli spalti erano ancora mezzi pieni e anche il cortile della scuola era affollato. 

Ci misi un po' ad uscire da tutta quelle gente e una volta ritrovata la libertà, mi diressi in direzione del parcheggio indicato da Hayden. Era un parcheggio leggermente isolato e buio ma sempre pieno di macchine quando c'erano le partite.

Lo raggiunsi in fretta, anche perchè non volevo arrivare come sempre in ritardo. 

Tirai fuori le chiavi della sua macchina consapevole che avrebbe voluto quelle appena mi avesse raggiunto e la cercai tra quelle parcheggiate. 

Non ci misi molto. Non era difficile trovare una Porsche Panamera nera. Spiccava anche se nell'ombra. 

Mi avvicinai e mi appoggiai alla portiera rigirandomi in mano il telefono mentre di tanto in tanto rispondevo alla chat di gruppo dei miei amici. 

Il campo era lontano da me ancora si sentiva il rumoroso vociare. 

Il telefono si illuminò un paio di minuti dopo e notai fosse ancora Hayden che mi diceva di salire in macchina. In quello stesso frangente udii il vociare farsi più acuto e alzai di scatto lo sguardo verso il campo. 

C'era una folla che si mosse contemporaneamente e qualcosa mi fece intuire che Hayden fosse uscito dagli spogliatoi. 

Non volendo essere vista o altro, feci come detto e dopo aver sbloccato la macchina con le chiavi entrai nel sedile del passeggero attendendo il suo arrivo. 

Iniziai a muovere con nervoso il piede perchè non avevo idea del perchè mi avesse chiesto di essere qui. Voleva trascorrere la serata con me? Era assurda come cosa e non capivo come fosse possibile. 

Mantenni lo sguardo fisso sul parcheggio fino a che non vidi una figura alta e massiccia con un borsone, sbucare fuori da delle macchine parcheggiate e venire verso di me. 

Si guardò alle spalle e tornai a sentire delle leggere grida. Wow, era un vero VIP per questa città.

Nel senso, lo era anche nella realtà ma non credevo che a New York impazzissero in quel modo. O forse si, non ne avevo idea.

Poco dopo sentii superò la mia portiera e andò verso il retro della macchina per poi aprire il bagagliaio e mettere il borsone. Smisi di cercarlo con gli occhi e mi concentrai fuori dal finestrino per vedere se qualcuno lo avesse raggiunto fin qui, ma sembrava non esserci nessuno, per mia fortuna. 

Quando entrò in macchina, non disse una parola e con una mossa rapida schiacciò il bottone di start mettendo le mani sul volante e premette l'acceleratore uscendo dal parcheggio.

Lo sentii sospirare e mi voltai con una ciocca ad interferire nella mia vista, realizzai che nuovamente non avesse fatto la doccia. Indossava solo quella maglietta termica bianca, tenuta per tutto il tempo durante la partita, che stranamente non emanava un cattivo odore. Si aderiva perfettamente alle braccia muscolose e mi domandai che aspetto avesse il suo torace senza quel tessuto in più. I capelli sulla nuca erano più arricciati del solito e umidi, così come quelli nella zona della tempia. Mi chiesi che problemi avesse con le docce della nostra scuola ma evitai di formulare la domanda ad alta voce.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now