Capitolo 48

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I nonni di Hayden non sembravano assolutamente della categoria di Meredith, anzi. Entrambi tra i sessanta e i settant'anni, erano due persone che non dimostravano assolutamente la loro età.

Abitavano in questa accogliente e piccola villetta vicino al mare, in quella via erano tutte uguali, bianche e in legno, con una veranda in quel momento coperta con lucine natalizie. L'interno era decorato con antichi e costosi mobili in legno scuro, tappeti, poltrone con motivi tipici dell'ambiente costiero e in più avevano in soggiorno un meraviglioso pianoforte a muro.

Dopo il nostro bagno al mare, e il nostro lungo bacio che venne interrotto da un mio urlo quando sentii qualcosa di sospetto toccarmi la gamba, Hayden guidò fino alla loro casa, nonostante fossimo gocciolanti e con nessun asciugamano.

Appena il nonno, Jeremy Miller, signore alto, capelli bianchi e corti, il viso ancora scolpito ma la pelle abbronzata leggermente segnata dall'età e un paio di occhi azzurri come cielo, aprì la porta di casa con appesa una ghirlanda, fu notevolmente sorpreso di trovarsi di fronte suo nipote e una sconosciuta completamente fradici e tremanti.

"Ragazzi, santo cielo, cosa vi è saltato in mente vi beccherete un accidente.

Questa reazione fu alquanto tranquilla, ma quella di sua nonna, Dorothea, fu divertente. Almeno per me. Era una bella signora, capelli bianchi e ben cotonati, con un fisico asciutto e ancora in forma, che quando ci vide sgranò gli occhi scuri e quasi la teglia di biscotti che aveva in mano stava per cadere.

"Giovanotto, vuoi per caso far ammalare questa ragazza? Portala immediatamente in bagno che sta tremando. E dalle dei vestiti asciutti, per l'amor di Dio."

"Ciao anche a te nonna. Si, ho freddo anche io. Grazie per averlo chiesto." 

Alla fine, riuscii a presentarmi ai nonni di Hayden in modo decente -e asciutto- solo dopo una bella doccia calda, che feci nel bagno privato della nostra camera da letto al piano superiore, sistemata apposta per il nostro arrivo.

«Mi dispiace per aver bagnato il pavimento.» mi morsi il labbro, guardando l'ingresso che però trovai asciutto.

«Oh, non preoccuparti cara. A Jeremy piace pulire. Non è vero, tesoro?» diede una pacca giocosa alla spalla del marito.

Lui alzò gli occhi, «il mio passatempo preferito.»

Eravamo seduti in salotto, lui su una poltrona, sua moglie seduta sul bracciolo con una tazza di caffè in mano e io seduta sul divano di fronte a loro ad aspettare che Hayden terminasse la sua doccia.

«Hayden ha detto che suoni.» commentò nonna Dorothea con un dolce sorriso.

«Già, sei tu che lo ha battuto, vero?» aggiunse Jeremy.

«Cosa? Oh, accidenti, devi essere stata orgogliosa.»

Sorrisi, «sono io. E si, devo ammettere che sia stato abbastanza soddisfacente.»

«Cos'è stato soddisfacente?» sentii Hayden dalle scale mentre ci raggiungeva.

Mi voltai e mi persi qualche a guardarlo, i capelli erano umidi ma ora indossava vestiti asciutti e caldi.

«Vincere contro di te.»

«È successo una volta, non vantarti troppo,» commentò seccato, «hai fame?»

«Non avete pranzato?»

Guardai sua nonna e negai con la testa.

«Ma, Hayden! Che figure mi fai fare. Avresti dovuto dirmelo.»

«Tranquilla, nonna. Preparo qualc--»

«Tu non entri nella mia cucina,» si alzò in fretta, «con quelle manacce metterai tutto in disordine.»

It's a ClichéWhere stories live. Discover now