Capitolo 40

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Avevo bisogno di suonare per liberare un po' di emozioni che mi stavano tormentando dal litigio con Hayden. Dopo la nostra ultima chiacchierata al telefono, dopo essere svenuta, mi aveva mandato qualche messaggio per sapere come stessi il giorno dopo e anche lunedì non essendo andata a scuola. Lo avevo trovato un gesto gentile.

In quei due giorni pensai alle sue parole e a quanto avessero fatto male. Sapevo di essere io nel torto, avevo sbagliato, ma sinceramente non credevo di rimanerci così male e invece a quanto pare era più importante di quanto volessi dare a vedere.

«Questo venerdì Travis farà la festa per il suo compleanno. Ci sarai vero?» domandò Donna mentre infilava i libri nell'armadietto.

«Certo.»

«Perfetto. Andremo a fare shopping, ho bisogno di un nuovo vestito.»

Sorrisi, «qualcosa di sexy?»

«Ci puoi scommettere.» 

«Ci sarò.»

«Bene.» disse e poi mi guardò quasi timorosa di andare avanti.

«Cosa?»

Sospirò e chiuse l'armadietto, appoggiandoci contro, «ha invitato anche Hayden.»

Inarcai le sopracciglia, «non ha invitato, tipo, tutta la scuola?»

«Hai capito cosa voglio dire.»

Si. L'avevo capito.

«Non devi preoccuparti. Le cose si sono sistemate, credo.» sospirai.

Anche se quel giorno avevo cercato di non incrociarlo.

«Ma mi dispiace che abbiate litigato e ti abbia detto quelle cose.» mormorò, accarezzandomi il braccio.

Scrollai le spalle, «ho fatto una cazzata e giustamente si è arrabbiato. Ha detto solo la verità.»

Una verità bastarda e dolorosa.

«Secondo me è stato troppo duro.»

Accennai un sorriso, «è bello tu voglia stare dalla mia parte nonostante sia palesemente nel torto e continui a trovare un difetto in lui.»

Ammiccò, «sono la tua bestie mica per niente.»

Ridacchiai e insieme iniziammo a camminare prima dell'inizio della lezione successiva. La mia sarebbe stata ora libera come quella di Hayden. E probabilmente l'avrei trovato in biblioteca.

«Ci vediamo a pranzo, bestie.» le diedi un bacio sulla guancia appena suonò la campana.

«A dopo, amica.»

Entrai in biblioteca e le mie orecchie si riposarono dallo schiamazzo in corridoio. Cercai un tavolo libero, possibilmente isolato e per fortuna ne trovai uno in fondo. Mentre mi dirigevo verso il mio prescelto, con la coda dell'occhio notai un gruppetto di tre ragazze e due ragazzi discutere a bassa voce con qualche libro al centro. Ovviamente catturò la mia attenzione perchè uno dei ragazzi era Hayden. 

Come se avesse sentito di essere osservato, alzò lo sguardo e incrociò i miei occhi che si spostarono velocemente per essere stati colti in flagrante. 

Buttai fuori un sospiro e mi sedetti al tavolo cercando di fare il meno rumore possibile e mi misi di spalle al tavolo con Hayden. Volevo evitare di fissarlo ogni dieci secondi e sentirmi una maniaca.

Tirai fuori i libri di matematica, dovendo svolgere gli esercizi che ci aveva assegnato, ma prima diedi una sbirciatina al telefono. 

Non so voi, ma a me faceva paura il fatto che se cercavi un paio di volte qualcosa su internet poi ti apparivano pubblicità e immagini su ogni pagina o social.
In quei giorni avevo mi ero data da fare per cercare un regalo insolito ma bello per Hayden ed ero giusta ad una fantastica conclusione e adesso mi ritrovavo immagini di serpenti ovunque

It's a ClichéWhere stories live. Discover now