Epilogo

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«A che ora avete l'aereo?» domandò mia madre al telefono.

«Alle-» Cristo, «-alle due di pomeriggio.»

Il mio corpo era in fiamme.

«Quindi tra qualche ora partirete per l'aeroporto

Abbassai lo sguardo, stavo cercando di contenere il respiro ma il mio bacino non faceva altro che incontrare la lingua esperta di Hayden. Gli tirai i capelli quando lui concentrò la sua attenzione sul mio centro sensibile facendomi gemere.

«Cos'è stato? Makayla, stai bene

Strabuzzai gli occhi e mi piantai una mano sulla faccia, «m-mi sono bruciata con la...la pentola.»

«Hayden non dovrebbe lasciarti da sola in cucina. Lo sa che non sai cucinare, vero

Il sottoscritto -che aveva sentito- ridacchiò sopra alla mia intimità e questo mandò vibrazione in tutto il mio corpo che mi fecero arricciare anche le dita dei piedi. Gli diedi uno schiaffetto in testa.

«Si, lo sa,» strinsi i denti quando arricciò le dita dentro di me, «mamma--i-il dito mi fa molto male...ci sentiamo dopo!»

«Mettici su del--»

Chiusi la chiamata e buttai il telefono sull'isola per poi infilare entrambe le mani nei suoi capelli e agitare i fianchi a ritmo dei suoi colpi di lingua e dita in me.

Non era così che sarebbe dovuta iniziare la nostra colazione ma non mi dispiaceva questo plot twist: io sdraiata sull'isola e lui con la faccia in mezzo alle mie cosce.

«Ti odio...» ansimai, «e me la pagherai.»

Mi aveva afferrata per i fianchi e fatta sdraiare sul marmo freddo per poi riempirmi di baci il petto, l'addome e scendere verso l'infermo. Perché è il modo migliore per iniziare la giornata, aveva detto quando gli chiesi se fosse necessario, e anche perché ho sognato che accadeva.

Poi, mia madre aveva chiamato e quel bastardo mi aveva obbligata a rispondere altrimenti mi avrebbe lasciata a secco.

In risposta succhiò con forza il mio bottoncino gonfio e pulsante e mi fece squittire e dimenare sull'isola. Porca puttana. Gli afferrai la mano che era aggrappata sulla mia coscia e gliela portai sul mio seno, sotto alla maglia, non perse tempo a stringerlo e a stuzzicare le punte già dure e ansimai senza pudore. Le sue dita lavoravano in me, si arricciavano e premevano in quel punto speciale che mi faceva stringere lo stomaco.

«Oddio--Hayden...»

Sentivo l'orgasmo stare per travolgermi.

Gli tirai i capelli e capì cosa volessi. Il suo corpo sovrastò il mio e presto sentii il mio sapore sulle sue labbra lucide. Mi baciò con foga mentre continuava a muovere le dita in me, i miei talloni quasi scivolarono dal bordo per gli spasmi che stavo avendo. Dal mio seno, chiuse la mano attorno alla mia gola mentre intrecciava la lingua alla mia.

Venni poco dopo. Con leggeri gemiti che si persero tra le sue labbra e con tremori che invasero ogni mio arto. Riversai il mio piacere sulle sue dita e lo sentii colarmi nell'interno coscia.

Quando smisi di tremare, Hayden ruppe il bacio e premette le labbra sulla mia guancia per poi sfilare le dita da me e portarle nella mia bocca. Lo fissai ancora ansimante mentre gliele succhiavo e mi persi nel buio perverso delle sue iridi. Subito dopo tornò col volto tra le cosce e mi ripulì facendomi quasi venire una seconda volta sulla sua lingua.

Mi aiutò a sedermi sul bordo e si infilò tra le mie gambe ancora fuori uso e mi strinse le guance per poi baciarmi a stampo. Poi, mi baciò ancora e si allontanò creando un leggero schiocco umido. Ancora eccitata perché non potevo resistergli, premetti la mano dietro al suo collo e spinsi contro di me mentre l'altra viaggiò sul suo corpo coperto solo dai boxer. Sapevo fosse eccitato ma ne ebbi la conferma quando lo sentii premere nel tessuto nero. Lo accarezzai da sopra e lui grugnì nel bacio.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now