Capitolo 27

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«Oh, finalmente siete arrivati!» esclamò Donna, appena raggiunsi il nostro gruppo di amici. Erano tutti accerchiati attorno una poltrona.

«Per poco Hayden non mi convinceva a tornare a casa.» schioccai la lingua con fare vittorioso.

Mi lanciò uno sguardo omicida e ridacchiai sotto i baffi, «ma io sono stata molto più convincente di lui. Non è vero, Miller?»

Non rispose. Continuò a guardarmi dall'alto con fare irritato. Aveva perso la sfida. Di davvero pochi secondi ma era venuto prima di me.

«Pensavo aveste risolto, perché ha ancora questa faccia da scorbutico?» intervenne Brandon, agganciando le sue spalle con un braccio e dandogli degli schiaffetti sulla guancia.

Hayden lo fulminò con lo sguardo.

«Mi correggo, sembra molto più scorbutico di prima.»

Trattenni un sorriso e poi allungai un braccio verso la mia amica, «ho bisogno di ballare.»

Venni subito accontentata e mi buttai nella massa di ragazzi in mezzo all'ampio soggiorno. Anche Malcolm ci raggiunse e insieme iniziammo a ballare.

Sapevo di essere osservata, e non solo perché percepivo due iridi che mi perforavano la nuca, ma anche perché ogni volta che mi guardavo oltre le spalle con fare disinvolto e rapido dalla musica, i miei occhi cadevano sempre su quell'unica persona a cui stavo dando attenzione e da cui volevo riceverne.

Hayden non si sarebbe mai schiodato dal resto del gruppo, ora composto da altri della squadra che bevevano e parlottavano tra loro. Probabilmente facendo anche commetti su diverse ragazze che passavano sotto i loro nasi da come si giravano a guardarle. Tutti tranne Travis, essendo fidanzato, e Hayden.

«Non capisco se ti voglia staccare la testa o scoparti violentemente!» urlò Malcolm al mio orecchio.

Arrossii, ruotando gli occhi e continuai a ballare a ritmo di una canzone spagnola e molto reggaeton.

«Più probabile la prima.» risposi memore di ciò che era accaduto nel parchetto.

Non era stato contento di perdere. Affatto.

Agguantai la spalla della mia amica con un braccio e insieme ballammo molto sensuale con le gambe incastrate e i bacini che ruotavano, scendevano e risalivano insieme.

Risi quando Malcolm si mise alle mie spalle afferrò i miei fianchi simulando cose che era meglio non dire.

Avevo sete ma volevo anche usufruire di quel momento di gioia prima che i miei piedi chiedessero pietà dati i tacchi.

Faceva caldo. Tutti i corpi sudati e ammassati che si muovevano sotto il ritmo incessante e perforante della musica rendeva tutto molto caotico. Mi voltai con il corpo attaccato a quello del mio amico e le braccia alzate. I capelli erano un ammasso di ciocche disordinate e mosse e fu proprio tra esse che ritrovai due fari blu che, tra le luci di vari colori che illuminavano la stanza, sembravano color petrolio.

Aveva un bicchiere rosso in mano ma sapevo che non avrebbe bevuto un goccio.

Ora c'erano delle ragazze che si erano unite al gruppo, e due stavano cercando di attirare la sua attenzione. Senza successo perché era Brandon che stava portando avanti la conversazione, senza problemi, aggiungerei.

"Vieni." Mimai in mezzo ad un sorriso.

Come sospettavo, sollevò un sopracciglio e negò risoluto.

Sbuffai e spostai l'attenzione a suo cugino. Ci impiegai qualche secondo ad avere la sua attenzione ma appena lo smeraldo dei suoi occhi mi trovò, gli feci segno con l'indice di raggiungermi e non se lo fece ripetere due volte.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now