Capitolo 1 Bonus - Parte 3

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Mi svegliai con la luce che entrava dalla finestra e colpiva il nostro cuscino.

Non avevo idea di che ore fossero ma di certo non era presto, primo perché eravamo andati a letto tardi e secondo perché sentivo varie voci provenire dal corridoio.

Mi era mancato svegliarmi stretta a lui, con la sua mano arpionata al mio seno e il suo respiro che si infrangeva contro la mia nuca.

Mi mossi leggermente e sentii subito la presenza di qualcuno che premeva contro il mio fondoschiena.

Buongiorno, piccolo-grande Miller.

Non avrei di certo passato tutta la giornata in camera da letto, anche se era un qualcosa che non mi sarebbe dispiaciuto, ma almeno volevo svegliarmi per bene.

Premetti le mie natiche contro i suoi boxer e agitai i fianchi mentre sentii il suo respiro bloccarsi per pochi secondi.

«Dimenticavo com'è svegliarsi con te nel letto.» mormorò con voce assonnato e roca, stringendomi.

Accennai un sorriso, «ami i miei risvegli, non negarlo.»

«E chi lo sta negando.»

Ridacchiai ma il respiro mi si mozzò quando circondò il mio bacino e mi tenne ferma, mentre lui si strusciava contro di me. Indossavo solo un paio di boxer, suoi, e sentire la sua eccitazione contro il mio sedere fu abbastanza per far crescere quel liquido bollente nel mio basso ventre. Ansimai ad occhi chiusi quando pizzicò le punte dure dei miei seni e sentii le sue labbra premere contro la mia spalla.

Perché non potevo avere sempre questo risveglio?

«Ti avviso che a questo punto potrebbe entrare Travis ad un momento all'altro.» sussurrò, continuando a premere la sua lunghezza contro di me.

Oh. «Vuol dire che assisterà a qualcosa di meraviglioso.»

Lo sentii ridere e la sua mano ferma sul mio addome si intrufolò sotto la banda elastica in cotone e mi accarezzò con due dita, facendomi dimenare dal piacere.

«Lo penso anche io,» mi morse il collo in modo giocoso, continuando a stuzzicare la parte più sensibile di me, ruotando le dita e facendo pressione, «ma ammetto che se dovesse guardare un secondo di troppo potrei ucciderlo.»

«Esagerato.»

«Non mi piace condividere.»

Lo sapevo.

Allungai la mano tra i nostri corpi e lo afferrai da sopra i boxer, facendolo gemere e mordere la mia spalla. Lo volevo dentro di me. Completamente. E prima che arrivasse qualcuno possibilmente.

Intuendo i miei pensieri, si abbassò i boxer e poi fece lo stesso con i miei mentre io stringevo il cuscino dall'angolo e affondavo i denti nel labbro per non fare troppo rumore. Ieri sera non mi ero contenuta ma adesso erano tutti svegli e non volevo che capissero chi fosse quella che era stata presa tutta notte.

Afferrò la mia coscia sollevandola e con una spinta entrò in me, riempiendo ogni centimetro. All'iniziò bruciò ancora per come mi aveva scopata diverse ore prima, ma dopo un paio di movimenti tutto venne sostituito dal piacere carnale.

I nostri corpi erano ancora un tutt'uno. I respiri pesanti e gemiti silenziosi che si perdevano nella stanza. Hayden entrò ed uscì in me senza sosta, sbattendo il bacino contro le mie natiche, producendo un rumore che avrebbe fatto arrossire chiunque. La sua mano era ancora stretta la mio seno e lo massaggiò, mandando brividi e scariche elettriche e di calore intenso ovunque. Sentivo il suo respiro irregolare contro il mio collo e di tanto in tanto lasciava qualche bacio e morso sulla pelle imperlata di sudore.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now