Capitolo 42 - Parte 1

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Perché avevo accettato?

No, perché lui non poteva aspettare un giorno anziché obbligarmi a farlo il giorno dopo una fottuta festa di cui avevo ancora una tremenda sbornia?

Mi aveva anche ricordato di mettermi qualcosa di sportivo. E ora mi stavo specchiando e osservavo il mio top sportivo che mi stringeva il seno e mi sentivo soffocare. In più una parte spuntava fuori con prepotenza.

Era l'unico che avevo e lo usavo se mi allenavo con Donna e Malcolm, quindi non mi facevo problemi ma adesso era Hayden e--

«Devo cagare. Esci!»

Ruotai gli occhi e uscii dal bagno dando una spallata a Gabriel, «tutto tuo, maiale.»

«Perchè sei conciata cosi?»

Mi bloccai e mi girai per guardarlo confusa, «è una abbigliamento sportivo.»

Inarcò il sopracciglio, «lo vedo, ma perché

«Perchè vado ad allenarmi.»

«E con chi?»

«Hayden. Problemi?»

Scosse la testa con un pigro sorriso, «ricorda le precauzioni, sorellina.»

Gli feci il medio.

«Le cosa

Sgranai gli occhi e mi girai di scatto alla voce di Dave. Aveva uno sguardo accigliato.

«Niente.» replicai velocemente.

Analizzò il mio corpo e si fece più confuso, «perchè sei vestita così?»

Spalancai le braccia, «è possibile che sia così strano pensare che voglia allenarmi?»

«Tu hai voglia e basta.»

Fulminai scioccata Gabriel e lo spinsi in bagno per poi chiudere la porta e appoggiarmi contro con un leggero imbarazzo mentre incrociava lo sguardo dell'altro mio fratello.

«Dovremmo aggiornarci noi due.» incrociò le braccia, appoggiandosi al muro dietro di lui.

Feci un'espressione innocente, «e perchè mai?»

«Mak--»

«Devo andare.» premetti le labbra e me ne andai.

O ci provai perché mi afferrò il braccio e incrociai le sue iridi simili alle mie.

«Non sarò Ethan, ma sai che puoi parlare di tutto anche con me, vero?»

Sospirai perché non potevo non essere grata per i meravigliosi fratelli che avevo -almeno alcuni- e gli sorrisi sinceramente, «lo so e credimi se ti dico che non devi preoccuparti.»

«Mh, non ti credo ma va bene lo stesso.»

Mi alzai sulle punte per baciargli la guancia e punzecchiai la guancia come una vecchia zia, «sei troppo intelligente, fratellone.»

Mi guardò male e ridacchiai allontanandomi. Questa volta non mi fermò.

⚜️

Quando Hayden arrivò sotto casa erano quasi le undici e, col mio zaino con dentro un cambio, uscii di casa salutando tutta la famiglia.

Però mi bloccai al primo gradino appena notai qualcosa di strano. Non c'era la sua macchina. Era infatti appoggiato ad una moto nera. La stessa che vedevo sempre parcheggiata in garage.

Scesi lentamente i gradini con lo sguardo incredulo fisso sul veicolo su cui era seduto.

«Sei in moto...»

It's a ClichéTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang