Capitolo 1

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Il primo giorno di scuola era sempre molto caotico. Era ricco di saluti, abbracci, risate e... pettegolezzi: chi si era fidanzato e con chi? Chi aveva fatto cosa durante l'estate? Chi aveva fatto chi? Perché quello era stato arrestato? E via dicendo.

Ma c'era una voce, talmente scioccante, che aveva fatto bisbigliare tra loro bidelli e cuoche.

«Vi prego, ditemi che è uno scherzo.» chiesi, con l'ansia che mi stava facendo brutti scherzi allo stomaco.

«È quello che dicono tutti e poi spiegherebbe il perché della sua presenza in casa.»

«Ma perché tornare ora? Fare l'ultimo anno qui, in mezzo a gente mai vista. Perché sei così... pazzo

A quanto pare, il mister, ragazzo prodigio-proibito, Hayden Miller, avrebbe frequentato l'ultimo anno di liceo nella città natale di suo padre. Era una notizia che aveva fatto velocemente il giro della scuola e anche dei social.

Hayden, probabilmente, non aveva mai messo piede in una scuola vera dalle elementari, da quanto si sapeva in giro infatti, aveva studiato fin da giovane privatamente perciò questa era davvero una voce che non poteva non attirare la curiosità di chiunque.

Ma la mia attenzione era rivolta al fatto che avessi rischiato l'arresto entrando nella sua proprietà; anche se preso da un atto magnanimo sconosciuto non aveva chiamato la polizia, ma questo anche perché avevo corso, molto velocemente.

«Perchè ti importa? Non ti ha denunciata, in fondo.» scrollò le spalle Malcolm.

«Be' ma è sempre in tempo per farlo.»

Le prove le aveva e poteva usarle.

«Mh, secondo me è per l'altro motivo.» mi guardò alzando e abbassando le sopracciglia.

Avvampai, «smettila.»

Donna spalancò gli occhi e mi guardò da oltre l'anta aperta dell'armadietto, «oddio, hai ancora un cotta per lui?»

«No!»

Alcuni studenti si girarono. Bene, prima figura di merda.

«Oh, andiamo. Ogni volta che vedi un articolo su di lui hai sempre qualche commento hot

Chiusi di scatto l'armadietto e guardai male Malcolm, «io non faccio commenti hot.»

«Riprendiamo la chat di un mese fa?»

Che stronzo. Ero ubriaca!

«Sentite, non ho nessuna cotta, okay? Mi è passata da molto, non ho nessun problema ad ammettere che sia un bel ragazza tutto qua,» sputai velocemente e si guardarono non credendo alle mie parole, «sono seria, ho solo paura che possa cambiare idea e denunciarmi. Sapete che cosa rischio?»

«Mak, se non l'ha fatto subito, non lo farà ora.» cercò di rassicurarmi Donna, chiudendo il suo armadietto.

Facile per loro dirlo. Loro erano stati fuori ad aspettare. Ero io la criminale.

«Magari potrebbe decidere di vendicarsi per aver perso quella competizione.» mormorai, mordendomi le unghie.

Era un brutto vizio che non riuscivo a togliermi.

Malcolm ruotò gli occhi e si avvicinò posando le mani sulle mie esili spalle, «tesoro, mi dispiace dirlo, ma mentre tu sbavi sulle sue foto lui non si ricorda neanche di te.»

Punto primo, non sbavavo su nessuno e secondo, si ricordava di me.

«Makayla Adams, corretto?» Come dimenticare la sua voce che pronunciava il mio nome. Ma questo era un dettaglio che a loro non avevo raccontato.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now