Capitolo 59 - Parte 2

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Ricordatevi di leggere la Parte 1 se non l'avete fatto.

•••••

Stavamo viaggiando da diversi minuti. In auto Hayden aveva scambiato poche parole con i due davanti--Elijah e il tizio russo.

Avevo anche scoperto che Hayden parlava russo.

«Miller, perché non ci presenti la nuova arrivata?» domandò il ragazzo alla guida, l'accento straniero era ben marcato.

Sorrise dallo specchietto centrale e vidi brillare un dente d'oro.

Hayden si mosse nervosamente sul sedile e allungò una mano stringendo il mio ginocchio, coperto dal lungo pellicciotto, rivolto verso il suo corpo. Ero interamente rivolta verso di lui. Non mi sentivo al sicuro in quella macchina.

«Guida e fatti i cazzi tuoi, Alek.»

Elijah girò la testa e mi sorrise beffardo, «al fratellino non piace condividere.»

Fratellino...

Socchiusi gli occhi e lanciai un'occhiata confusa ad Hayden che però mi ignorò fissando imperturbato fuori dal finestrino. Era tutto buio. Non si vedeva nulla. Non avevo idea di dove fossimo. 

«Oh, non lei non lo sa...»

«Cosa non so?»

Hayden mi aveva detto di non parlare, vero. Ma era impossibile non farlo per me.

«Pensavo avessi smesso coi segreti,» sospirò Elijah scuotendo la testa e poi disse, «io e il caro Hayden siamo fratelli.»

«Fratellastri

Schiusi la bocca scioccata e guardai Hayden fissava nervoso il fratellastro. Hayden aveva un fratello? Perché non si sapeva? Perché non me l'aveva detto? E perché quel giorno Elijah lo aveva trattato in quel modo, comportandosi da tirapiedi del padre?

«Elijah è un figlio illegittimo.» disse Hayden seccato, come se non volesse aprire questo argomento in quel momento.

Quella definizione sembrò infastidire Elijah che strinse i denti.

«Per come ti comporti, sei più illegittimo di me.» sputò freddo.

Hayden scrollò le spalle, «sappiamo entrambi ti accetta perchè gli servi e non perché ti voglia come figlio.»

L'astio tra i due era evidente. Ma allora perchè era qui? Cosa doveva fare Hayden? E chi era quel russo?

«Perchè non me l'hai mai detto?» domandai piano e bassa voce.

«Perchè non mi interessa cosa dice il sangue, lui non è mio fratello.» replicò senza guardarmi.

Non avevo idea di cosa fosse successo tra loro, ma riuscivo a comprendere che Hayden non lo riconoscesse nonostante fosse così. E aveva tutto il diritto di farlo. Mi chiesi solo perché?

Nell'abitacolo cadde nuovamente silenzio. Avrei voluto sapere dove fossimo diretti ma tenni le domande per me. Osservai la mano sinistra di Hayden ferma sul mio ginocchio e mi morsi il labbro pensierosa. L'aveva fatto per mettere un divieto al ragazzo russo, ma, aveva anche un altro significato?

Sollevai lo sguardo verso di lui e trovai le sue iridi cobalto circondate da linee nere di trucco fissarmi meticolose.

Arrossii per qualche strano motivo e mormorai, «sei arrabbiato con me?»

«Avrei preferito restassi con gli altri, si.»

«Cosa devi fare con loro?» chiesi, lanciando una rapida occhiata ai due seduti di fronte che stavano discutendo sulla strada da prendere.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now