Capitolo 22

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Il giorno dopo l'incontro notturno con Hayden mi svegliai con un nodo che non mi fece nemmeno fare colazione e i miei amici si accorsero subito del mio nervosismo.

«Non rifiuti mai il tuo muffin mattutino.» commentò Malcolm dai sedili posteriori della macchina di Donna.

«Già, è successo altro con Hayden?» domandò sospettosa la mia amica.

Mi strinsi le braccia sotto al petto guardando fuori dal finestrino. Ovvio che era successo altro, solo lui era in grado di mutare il mio umore e questa cosa non mi piaceva per niente. Nessuno avrebbe dovuto avere quel potere.

«Voi non avete idea.»

Potei percepire i loro sguardi confusi su di me ma in prossimità della scuola mi voltai e regalai ad entrambi un sorriso.

«Okay...e ce lo dirai?» si accigliò Malcolm.

«Certo. In pausa pranzo andiamo sugli spalti.» avvertii mentre mi slacciavo la cintura.

«Uh, gli spalti. Allora è davvero importante.»

Ruotai gli occhi alla voce ammiccante di Donna e poi scendemmo dalla macchina parcheggiata nel cortile della scuola. Ogni volta che dovevamo informarci di un evento estremamente importante, e magari top secret, sceglievamo gli spalti del campo da football, per evitare troppe orecchie che avrebbero origliato.

E quando si parlava di Hayden, molte orecchie si incuriosivano al discorso.

«Sarà scioccante.»

«Cazzo, no. Ora voglio saperlo.» mi guardò fulmineo Malcolm

Accennai un sorriso e negai con la testa, «sono solo tre ore, puoi aspettare.»

«Che stronza.»

Vero. Ma in realtà serviva a me del tempo per elaborare il tutto. Quella notte non avevo dormito molto, forse tre ore. Ma anche durante il sonno, lui aveva occupato i miei sogni, che dopo quel patto, erano iniziati ad essere troppo... a luci rosse.

Dopo avermi riportata a casa, mi ero rintanata nuovamente sotto le coperte e avevo rivissuto mentalmente la nostra conversazione.

Ancora non potevo crederci che gli avessi proposto una cosa del genere.

Io, Makayla Adams, avevo proposto un patto di benefici con Hayden Miller.

Che stregoneria era questa?

E perché non mi pentivo di quella botta di coraggio? Perché vedevo l'ora di mettere alla prova lui e vedere se effettivamente mi avrebbe dato ciò che volevo?

Quel pomeriggio lo avrei passato con lui e poi sarei andata al Red Note.

E dovevo ammettere che mi sentivo nervosa come la prima volta. Sapevo che non sarebbe successo niente, non così in fretta, ma l'idea che sarebbe potuto succedere non andava via.

Inoltre, aumentò anche il nervosismo che nasceva in sua prossimità. Era come se quel patto, avesse sbloccato tante strade nel mio cervello, e tante emozioni erano state amplificate.

Come l'idea di baciarlo ma allo stesso momento la paura che avrebbe potuto facilmente stancarsi di me. E quello era un tarlo bastardo e fastidioso.

Con quei pensieri non mi resi neanche conto di dove stessi camminando. Entrai in collisione con un corpo marmoreo, che se non fosse stato per lo stesso ad afferrare i miei polsi, a quest'ora avrei assaggiato la dolcezza del duro pavimento sotto i miei piedi con il mio sedere.

«Oh, grazie- Miller!» buttai fuori un sospiro sorpreso appena alzai il mento.

Ovviamente era il suo corpo marmoreo, avrei dovuto capirlo appena venne invasa dalla sua colonia che ormai era entrata nella mia memoria.

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