Capitolo 3 Bonus - Parte 3

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Hayden

Quando avevo visto Makayla prendere in braccio Nash appena nato, l'ossigeno aveva smesso di arrivarmi nei polmoni. Ero rimasto paralizzato col cuore che mi pompava in gola ad osservarla mentre sfiorava delicatamente le guance rosse e screpolate del nascituro e i suoi occhi lucidi mentre gli parlava a bassa voce. 

Non ero mai stato a contatto con un qualcuno più piccolo di me, non avevo fratelli minori o cugini. La prima volta che un bambino mi si era avvicinato era stato a casa Adams, con sua sorella Ashley quando aveva tre anni. 

Con Nash, quella fu la prima volta in assoluto che vidi un neonato. Ed era la cosa più piccola e graziosa su cui i miei occhi si fossero mai posati. Ma ciò che lo rendeva così bello era proprio lei, Makayla. Sembrava così a suo agio, così esperta anche solo nel tenerlo in braccio e cullarlo. E più la osservavo e più cresceva in me la voglia di vederla con nostro figlio. La sola idea mi aveva fatto quasi svenire. Mi ero dovuto sedere per il giramento di testa e Makayla aveva pensato fosse per la situazione a me nuova. Si, in parte era anche quella, ma per lo più era il fatto di provare un irrefrenabile desiderio di avere dei figli con lei. 

Ma avevamo fatto un patto solo un anno prima, lei non era pronta e io in quel momento credevo lo stesso. Mentre la osservavo, però, non ero così sicuro. Non capivo se il desiderio era solo legato al volere dei figli, in un futuro, o se fosse legalo al desiderarli subito

Da un lato, mi dicevo di essere pazzo, che era troppo presto per entrambi perchè ancora dovevamo fare la nostra vita, lei doveva ancora fare le sue esperienze, e un figlio avrebbe incasinato i piani, ma, dall'altro lato, impazzivo al pensiero di una creatura che avesse i nostri tratti. E anche di adottarli, come aveva proposto lei. La mia infanzia non era stata delle migliori e se potevo dare una seconda chance alle vite di altri bambini, mi avrebbe fatto molto piacere. 

Andando avanti col tempo, avevo realizzato quanto per il momento stessi bene solo con Makayla. Eravamo giovani e volevamo divertirci. Potevamo fare tutto quello che volevamo senza tanti problemi. Entrambi eravamo molto impegnati e un figlio sarebbe stato difficile da gestire, inoltre, lei non aveva più tirato fuori l'argomento. Entrambi ci godevamo i momenti con i suoi nipoti, Nash e Jasmine, ma quando tornavamo ad essere solo io e lei, non sentivo il bisogno di altro, o di altri. Lei era tutto ciò che mi serviva per vivere. 

Tutto questo, però, venne mandato all'aria nel mio cervello quando trovai nel cestino del bagno della suite in cui alloggiavamo per il Super Bowl, due fottuti test di gravidanza. Uno era rivolto verso l'alto e segnava due tacche e sapevo cosa significassero. 

In quel momento, il mio cervello aveva smesso di lavorare. Ero rimasto diversi minuti a fissare quei due bastoncini e a domandarmi come cazzo fosse possibile. 

Lei prendeva la pillola e non la saltava mai. Non avevamo mai avuto problemi ed ero certo che l'ultimo mese avesse anche avuto il ciclo perchè le avevo comprato due barattoli di Nutella su sua richiesta. Quindi, perchè diavolo quei test erano nel cestino?

Non mi aveva detto nulla. Né quando ero arrivato e nemmeno dopo. Ero rimasto molto perplesso e avrei voluto farle la domanda del perchè ci fossero quei test ma avevo paura di metterle pressione. Magari, aveva bisogno di tempo e magari non voleva dirmelo avendo un'importante partita da giocare.

Ma ecco il problema, non riuscivo a giocare. Per tutta la giornata, quei test erano rimasti il pensiero principale. Avevo provato ad eliminarli dalla mia mente ma era più forte di me. Mi tormentavano. Makayla era incinta, o almeno, poteva essere incinta. Altrimenti, di chi erano quei test?

Porca puttana, non ci capivo più nulla. Ero distratto e lei che non mi diceva niente peggiorava solo le cose. Nel primo tempo della partita non ero riuscito nemmeno a fare un punto. Mi ero limitato a placcare gli avversari perchè era un modo per scaricare il nervoso. 

It's a ClichéWhere stories live. Discover now