Capitolo 46

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Dopo il museo avevamo pranzato in un ristorante lì attorno. Io avevo optato per un qualcosa di più economico ma lui non mi aveva ascoltata ed eravamo finiti a ordinare qualche piatto italiano con un soufflé al cioccolato come dessert che avrei sognato di notte dalla bontà.
Avevamo fatto anche un giro per la città che non aveva mai visto e ci eravamo fermati in un parchetto, seduti su una panca, ad osservare un grazioso laghetto di papere.
Tornammo a casa sua nel pomeriggio e non vidi l'ora di buttarmi sotto la doccia per scaldarmi un po'.

Quando uscii dal bagno, due braccia mi sollevarono facendomi scacciare un urlo e mi ritrovai buttata come un sacco sul letto di Hayden. Sbuffai e mi tolsi i capelli dal viso mentre lui affondò le ginocchia nel materasso per raggiungermi.

«Rischio di bagnarti il letto.» gli feci notare, dato l'accappatoio bagnato ancora addosso.

La mia intimità pulsò appena si intrufolò tra le mie gambe, piantando le ginocchia tra esse e si piegò sul mio busto con un sorrisetto malizioso.

«È quello l'obiettivo, Adams.»

Arrossii e lui rise mentre nascondeva il volto nell'incavo del collo. Mi scoprì leggermente dal tessuto spugnoso per baciarmi il collo. La sensazione delle sue labbra fu meglio di qualsiasi altra medicina. Proseguì, lasciando una scia umida, arrivò alla clavicola e scese baciando il rigonfiamento del seno che mi arrivava quasi in gola.

«Sai di me.»

Un fiammella si accese nello stomaco e mi morsi il labbro, «è il tuo bagnodoccia, Miller.»

Sollevò lo sguardo, «lo so, preferisco il cocco.»

Sorrisi d'istinto e lui tornò a baciarmi il seno che usciva dall'accappatoio, e inarcai la schiena quando sentii la sua mano intrufolarsi sotto e accarezzarmi la coscia.

«È stato un regalo stupendo, Kay,» mormorò contro la mia pelle increspata, «grazie.»

Deglutii, infilando le dita nei ricci morbidi, «sono felice che ti sia piaciuto.»

«Da morire.»

Sorrisi sincera e mi guardò proprio in quel momento facendomi tremare il cuore.

«Voglio ringraziarti, posso?» domandò, sollevandosi e sfiorando le mie labbra con le sue, «voglio mostrarti quanto sono contento.»

«Sei tanto contento?»

«Abbastanza da dirti che è meglio se lasciamo l'accappatoio sul letto.»

«Mh, troppo convinto di te, Miller.» ruotai gli occhi.

Sbuffò divertito e mentre tirava con i denti il mio labbro, la mano intrufolata sotto prima si avvicinò pericolosamente al mio inguine facendomi ansimare. Liberò il labbro con uno schioccò e sogghignò fissandomi.

«Non ti ho ancora toccato ma scommetto che sei fradicia, Adams. Questo mostra quanto tu mi sottovaluti.»

Inspirai a fondo, imprecando sottovoce, quando chiuse la mia intimità in tutto il palmo e la massaggiò. Buttai indietro la testa e lui ne approfittò per baciarmi la gola in modo languido.

«Hayden...» le palpebre fecero fatica a stare aperte.

Le sue dita aprirono la strada tra le mie pieghe calde e scivolose e le stuzzicò facendomi arricciare le dita dei piedi. Intanto, aprì maggiormente le parti dell'accappatoio e si portò alla bocca un capezzolo già sensibile e duro. Gemetti sommessamente e agitai il bacino contro la sua mano mentre lui succhiava con avidità e mordeva facendomi strillare dal piacere.

Per fortuna eravamo soli in casa.

Purtroppo tolse in fretta la mano da me e libero anche il mio capezzolo interrompendo il piacere provocato. Lo guardai imbronciata e lui sorrise mentre allungava il collo e mi lasciava un bacio sull'angolo della bocca.

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