Capitolo 4 Bonus

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30 Agosto.
Aruba, Venezuela

«Avete tutti la vostra chiave?» domandai, rivolgendomi all'enorme gruppo di persone che era presente nell'immensa hall di questo resort.

C'era tutta la mia famiglia con, nel caso di Jamie e Ethan, anche le loro rispettive famiglie. E già così eravamo sedici persone. Poi c'erano i nonni, Brandon, Angelina, zia Cindy e il cugino Jeremy, per Hayden. E i nostri amici: Malcolm, Donna e Travis. Cole e Lola non potevano venire, purtroppo. Meredith e Juliette, invece, sarebbero arrivate l'indomani. Il resort che avevamo scelto aveva ampie camere che potevano contenere anche sei persone e la mia famiglia ne avrebbe utilizzate due di quelle, tutti gli altri erano sparsi in stanze doppie. Hayden aveva scelto una delle suite per noi due. 

Tutti risposero affermativamente e a gruppi occupammo gli ascensori del resort. La nostra suite era al nono piano, l'ultimo. Appena aprii la porta non potei che far uscire solo una parola.

«Wow.» dissi. 

La stanza si apriva con un immenso soggiorno con due divani beige in tessuto uno di fronte all'altro e un tavolino in legno in mezzo. In fondo alla parete c'erano due porte finestre che davano su un lungo balcone, il tutto si affacciava sull'oceano cristallino. Dietro al divano di sinistra c'era delle poltrone in cerchio, mentre verso la parete di destra c'era un tavolo in marmo con sopra un vaso di fiori. 

«E tu che volevi la stanza normale.»

Lanciai un'occhiata alle mie spalle. Hayden stava chiudendo la porta mentre trascinava le nostre valigie. 

«Non volevo farti spendere troppo. E' già assurdo il fatto che tu abbia voluto pagare tutto da solo.»

«Sono vecchio stile, Adams.»

«Sei un idiota.»

Mi diede una pacca sul culo e poi mi superò trascinando le valigie con sé. La stanza da letto non era eccessivamente grande ma aveva questo letto alla francese gigante che dava sulla porta finestra e aveva una meravigliosa vista sull'oceano. Il bagno in camera aveva le pareti in legno chiaro, una vasca da bagno ovale e una doccia dentro la parete molto ampia. 

Tornai in soggiorno solo per poter andare sul balcone e godermi il panorama. La brezza marina mi scompigliò i capelli e sorrisi emozionata al pensiero che fossi lì perchè dovevo sposarmi. Hayden mi raggiunse e bloccò il mio corpo tra il suo e la ringhiera. Mi girai per guardarlo. La leggera abbronzatura lo rendeva ancora più sexy.

«Sei contento?» mi morsi il labbro.

Il vento fece oscillare le sue ciocche e notai che il colore dei suoi occhi fosse della stessa sfumatura del mare.

«Da morire.» mormorò.

Afferrai la sua camicia bianca e mi alzai sulle punte per baciarlo. Le sue labbra erano così morbide e fu difficile per me staccarmi. Restammo ad osservarci in silenzio. Non c'era bisogno di parlare tra di noi, riusciamo a capirci anche così.

«È bella la vista qui.» disse, fissando oltre me per un secondo.

Assottigliai gli occhi e premetti le labbra, «si vede anche dal divano.»

Ghignò, «sicura?»

«Le nostre famiglie e amici sono ai piani di sotto. Non possiamo farlo sul balcone.»

«Lo vedremo.»

Subito dopo, si abbassò per afferrarmi le gambe e mi buttò sopra la sua spalla. Urlai divertita e lui si incamminò verso la camera da letto. Poi, mi buttò sul materasso che verificai fosse morbido. Lui si sdraiò di schiena e io mi sistemai a cavalcioni sopra di lui. Puntai le braccia ai lati della sua testa mentre lui afferrava i miei capelli e li sistemava dietro la schiena, qualche ciocca scivolò comunque avanti.

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