CAPITOLO 1

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N/A  Il capitolo 1 è lungo, per questo i prossimi verranno divisi in più parti

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N/A  Il capitolo 1 è lungo, per questo i prossimi verranno divisi in più parti. Buona lettura a tutti!

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Lilith Morgan.

Doveva per forza essere bello anche il suo nome completo? Strinsi i denti e cercai di far finta che non stessi provando niente, né imbarazzo o timidezza, nemmeno l'enorme piacere di vederla. Il suo aspetto era differente, ma una donna come lei sarebbe stata riconoscibile ovunque e con indosso qualsiasi cosa: aveva quel fascino memorabile che si incontrava raramente nella vita. Lo sapevo bene.

<<Allora?>>

<<Che c-cosa?>>

La mia domanda era dovuta al mio stordimento: aveva detto qualcosa per caso? Ero rimasta troppo a lungo ad osservare quegli occhi brillanti, accentuati da un filo di mascara, e i lineamenti delicati del suo volto. Ci fissammo senza rompere il contatto visivo: i suoi occhi erano vivaci e curiosi, i miei probabilmente ammaliati e timidi.

<<Beethoven>> sorrisi rimuovendo anche l'altra cuffietta; iniziai a giocare con il cavetto bianco per occupare le mani e la mia attenzione. Non volevo mostrarmi così intimidita da lei ma il fatto che stesse rivolgendo tutte le sue attenzioni a me non aiutava. I suoi capelli neri erano sciolti e cadevano sulle sue spalle in boccoli, sembravano davvero morbidi, e lei appariva splendente ma doveva essere la luce che entrava dalle finestre della stanza a darle un'aria incantevole. Un calore dimenticato da tempo cominciò ad insediarsi nel mio petto, salendo al mio volto.

<<Apprezzo molto la musica classica, ottima scelta... >> affermò portando gli occhi sulle mie dita attorno alle quali attorcigliavo le cuffiette. Quelle pozze verdi mi ricordavano un prato estivo, con qualche tinta gialla e sfumature più scure che ti facevano incantare a guardare le sue iridi. Probabilmente non sbagliavo a credere che i suoi fossero quel tipo di occhi che cambiano tonalità col tempo e la luce del sole che li colpiva.

Volevo dirle che la musica classica era in parte la mia salvezza, che mi regalava emozioni altrimenti lontane e intoccabili, ma rimasi silenziosa, domandandomi perché all'improvviso volessi parlare di me stessa con la nuova docente del corso.

Eravamo vicine, ma anche lontane, io seduta in prima fila e lei davanti a me, e vedevo chiaramente ogni dettaglio del suo volto dallo sguardo intenso, al naso fine, le sopracciglia perfette, alle guance rosate, alle labbra rosse e piene. La sua bocca si mosse: voleva dirmi qualcosa, ma arrivarono altri studenti e il chiasso che li accompagnava riempì la stanza, rubando quel momento tra me e Lilith Morgan, quell'attimo che mi aveva quasi tolto il fiato.
Erano stati pochi secondi ma i suoi occhi avevano comunicato tanto: sapevo che voleva nascondere la sua sorpresa dovuta alla mia presenza nell'aula ed era anche a conoscenza della mia reazione d'imbarazzo.

<<Tara solo per oggi ti grazierò con la mia presenza in prima fila.>>

Arrivò Isabella tutta sorridente e si sedette accanto a me salutando alcuni studenti che passavano vicino a lei e cercavano la sua attenzione. La guardai corrugando la fronte e cercai di domandarle come mai ci fosse tanta commozione nella stanza, ma mi precedette: << Nessuno si aspettava che arrivasse una docente come lei ad insegnare psicologia... ho sentito che ha soli 26 anni e ha fatto carriera in poco tempo, diventando la donna più richiesta dalle comunità scientifiche dell'Arizona e non solo-! >> affermò sotto voce e alcuni studenti vicino a noi si aggiunsero a commentare controllando che Lilith Morgan non li stesse sentendo; lei stava sistemando alcune cose sulla sua cattedra e si preparava alla lezione.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now