Capitolo 6.1 - Intermezzo: Catherine Blossom

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CATHERINE 

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CATHERINE 

Spostai l'ennesimo foglio sulla scrivania per metterlo nella pila che si era creata con il passare delle ore a cercare informazioni utili sul caso.

Ero nel mio ufficio da troppo tempo e iniziavo a non sopportare quello spazio ristretto: dovevo uscire e cercare da sola quello che mi serviva. Raggiunsi la lavagna su cui segnavo le annotazioni sul caso e la osservai passando una mano sul volto stanco e bevendo il caffè che rimaneva nella mia tazza: al centro della lavagna una foto ritraeva il criminale arrestato nel parcheggio dell'università della notte prima e delle linee blu lo collegavano ad un'altra foto, quella di una seconda persona, riconosciuta col nome di Vincent Lilywhite un sospettato che aveva legami con il colosso di Phoenix, ovvero la compagnia di Xavier Morales. L'uomo scuro di pelle era stato investigato dopo essere stato fotografato con uomini indagati dalla polizia e accusati di corruzione e atti criminali di minacce e violenza su cittadini di Phoenix; avevo chiesto al capo del mio dipartimento di passarmi il caso, convinta che avesse qualche legame con ciò che stavo cercando da mesi.

Continuando a seguire le linee e le scritte sulla lavagna bianca, mi soffermai a leggere il nome di Tara Lancaster, una delle vittime dell'incidente ferroviario e una delle persone che non riuscivo a togliermi dalla testa nonostante non avessi motivo di sospettare delle sue parole: dopo aver controllato le foto del disastro sulla ferrovia, non riuscivo a capire come fosse possibile che fosse sopravvissuta all'incidente, il suo corpo di certo non avrebbe dovuto rimanere incolume dopo un impatto del genere. Le cose si erano fatte ancora più confuse quando le testimonianze delle vittime si erano rivelate incompatibili: alcuni avevano affermato di aver visto Tara vicino al finestrino prima dell'impatto, per poi ritrovarsi con la cabina spaccata a metà e i vetri frantumati, ma altri parlavano di lame di metallo che avrebbero impedito il passaggio di chiunque nella struttura distrutta, lasciando zero possibilità di fuga. Dovevo ancora interrogare una testimone, una signora anziana che si trovava ancora all'ospedale e presto le avrei raggiunta.

Per il momento scacciai i miei dubbi per concentrarmi su quello che avrei dovuto fare quella mattina: afferrai il mio cappotto color kaki e lasciai la mia tazza vuota sulla scrivania prima di uscire e chiudere il mio ufficio, poi voltandomi mi ritrovai davanti Harry Stewart, uno dei pochi colleghi che apprezzavo veramente nel mio dipartimento.

<<Blossom buongiorno, stavi uscendo?>> mi domandò sorridendo e osservando il mio abbigliamento; alzai gli occhi rispondendo alle sue parole con ironia: <<no, in realtà ho piuttosto freddo!>>

L'uomo con pelle scura, i capelli bruni e occhi neri, rise, facendo caso al caldo asfissiante che caratterizzava gli uffici del piano, portando una mano al colletto per sistemarlo.

Harry Stewart era un uomo che faceva colpo: alto e robusto con spalle larghe e una personalità mite e un'amichevolezza e lealtà preziosa che lo rendevano una persona più che piacevole; dopo aver lavorato con lui su un paio di casi, potevo definirmi sua partner nelle investigazioni di rilievo e mi fidavo di Harry come se mi fidassi di un amico di lunga data. Non potevo chiedere di meglio come collega nel mio dipartimento.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now