Capitolo 19.1

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LILITH

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LILITH

Non era la prima volta che mi ritrovavo su un palco e di certo non era la prima volta che parlavo in pubblico, eppure mi sentivo nervosa.

Pensai alla possibilità che Marc D'Owel o uno dei suoi scagnozzi si materializzasse nel bel mezzo del pubblico e tentasse di assassinarmi: dopotutto quasi tutti i cittadini di Phoenix sapevano che mi sarei trovata alla Newrise quella sera, pronta a presentare il mio annuncio per dare avvio al progetto dell'università, approvato e seguito dalla nota New Science Society.

Nessuno però sapeva che quella notte avrei rifiutato di lavorare al progetto, proprio perché finanziato dalla Morales Company.

Avrei voluto avere Tara tra le braccia in quel momento. Era passata nel mio ufficio prima di andare a lavoro, per parlare con me e assicurarsi che stessi bene: eravamo finite per baciarci e toccarci, smettendo di usare le parole dopo i primi cinque minuti. Avevamo rischiato di perdere il controllo ma il mio telefono era squillato proprio quando Tara aveva cominciato a sbottonare la mia camicia.

<<Ci vediamo stanotte>> mi aveva detto, lasciandomi in ufficio, frustrata e vogliosa di seguirla e fare subito l'amore con lei. Tara era sempre stata sensuale ai miei occhi, ma negli ultimi giorni era come se volesse tentarmi di continuo.

<<Signorina Morgan? Siamo pronti per iniziare.>> Una ragazza dello staff che si occupava dell'evento venne a chiamarmi ed uscii dalla comoda stanza d'attesa che mi avevano concesso per potermi preparare prima dell'avvio del programma serale. Quella notte al dipartimento di Psicologia della Newrise ci sarebbero stati banchetti con bevande e in una sala del dipartimento di Scienze avrebbero mostrato alcuni progetti su cui lavoravano gli studenti, per accompagnare la giornata in onore del progresso scientifico.
Tara mi aveva avvertito che sarebbe venuta per vedere la mia presentazione, ma avrebbe potuto raggiungere l'università solo dopo il suo turno di lavoro. Questo mi diede la forza per agire.

Uscii dalla stanza in cui mi trovavo, guardandomi un'ultima volta allo specchio per assicurarmi che fossi impeccabile, dopotutto mi sarei trovata davanti ad un grosso pubblico tra studenti, professori, giornalisti e scienziati collaboratori dell'università.
Indossavo un abito elegante nero che raggiungeva le caviglie, con spacco laterale fino a metà coscia e una cintura dorata ma semplice che arricchiva il tessuto morbido e che faceva pandan con la collana e gli orecchini che indossavo. I miei occhi risaltavano grazie all'eyeliner e la matita nera, con un filo di ombretto blu brillantinato con polvere dorata, mentre sulle labbra avevo messo il classico rossetto rosso che ero abituata ad usare.

Mi sentivo forte e affascinante, come sarei dovuta essere come celebrità di Phoenix, ma dentro avevo un tumulto di emozioni in contrasto fra loro: dopo aver conosciuto Tara, avevo iniziato a riflettere sulla mia immagine pubblica e la frustrazione che per anni avevo provato rapportandomi con uomini e donne superficiali e materialisti o giornalisti incivili e testardi. Non sopportavo più tutta quell'attenzione.

Injection: Phoenix RiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora