Capitolo 20.2

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Catherine non disse molto in macchina, ma mi comunicò che avrei dovuto parlare con gli avvocati che avrebbero condotto l'accusa contro Marc D'Owel e la Morales Company. Gli avvocati avversari non si erano fatti problemi a mettersi in contatto per presentare ufficialmente la loro opposizione: erano stati tanto gentili da inviare le loro condoglianze.

La loro arroganza non avrebbe fatto altro che farli cadere in basso quanto l'intera compagnia e lo scienziato incriminato.

<<Non dovrai incontrarlo, ma forse potresti aiutarci a farlo confessare. Ti chiedo di rimanere dietro al vetro.>> Io annuii. I suoi occhi glaciali si fermarono su di me, per poco, visto che guidava, ma bastarono quei pochi secondi per farmi capire che fosse sinceramente preoccupata per me. Catherine aveva sempre questo aspetto controllato ed emanava una sicurezza che attraeva le persone attorno a lei come un magnete; capivo come mai fosse una delle migliori amiche di Lilith, insieme a Diana.

<<Dove lo avete trovato?>>
<<Gilbert, vicino Phoenix per fortuna. Non ha fatto molta strada...>>

<<Si crede invincibile. E' sempre stato così.>>

<<Lo penso anche io. Sua moglie ci ha rivelato che Marc D'Owel ha cercato di contattarla varie volte, finché ha risposto e ha parlato con lui- a quanto pare pensava di poter ristabilire la famiglia solo perché aveva qualche soldo e riconoscimento in più...>> le parole di Catherine non erano di derisione; aveva un tono di voce colmo di amarezza.

Arrivammo al commissariato insieme ad altre auto della polizia, ma non vidi Marc D'Owel da nessuna parte. Probabilmente era già stato arrestato e portato nella stanza dove sarebbe avvenuto l'interrogatorio.

<<Detective Blossom.>> Jane Denver apparve dal nulla, all'entrata, camminando velocemente verso Catherine con un'espressione in volto che avvertì dell'arrivo di cattive notizie.
La detective corrugò la fronte muovendosi verso di lei: <<Che succede?>>

<<Il mandato di perquisizione per i laboratori della Morales Company non è stato ancora approvato.>>
<<Credi che il giudice sia corrotto?>>
<<Non lo so, ma sarà meglio essere pronti a tutto.>>
Catherine sospirò frustrata e comunicò alla sua collega di mettersi in contatto direttamente con il giudice: <<Troveremo una soluzione... se dovrò, lo raggiungerò io stessa.>>

Mi morsi il labbro, trattenendo un sorriso: nonostante l'agitazione che infestava il dipartimento di polizia, me compresa, vedere la detective e i suoi colleghi in azione era a dir poco affascinante. Mi sentivo immersa in uno di quei programmi polizieschi con colpi di scena e azioni sul campo che ti tenevano incollati allo schermo; peccato che qui le persone rischiavano la vita ogni giorno e non erano attori di un set.

<<Tara andiamo.>> Catherine mi condusse verso due grosse porte e quando entrammo vidi degli uomini che ci stavano aspettando, tra cui Harry che mi rivolse un sorriso di conforto.
<<Blossom possiamo iniziare?>>
La detective si consultò con i suoi colleghi, presentandomi come la testimone principale del caso. Uno dei due uomini sconosciuti mi osservò attentamente, con interesse, ma non disse nulla.

<<Blossom è tutto tuo>> Harry le strizzò l'occhio e si mise vicino a me. Solo allora osservai l'uomo che più detestavo al mondo attraverso il vetro: Marc D'Owel era rilassato, sembrava persino interessato all'ambiente che lo circondava e racchiudeva. Quando entrò Catherine sorrise e mi si accese un fuoco dentro. Strinsi gli occhi, prendendomi un momento per calmarmi: mi costrinsi a bloccare alcuni flashback per non per perdere il controllo.

Non volevo soccombere al mostro.

<<Marc D'Owel non c'è molto da dirci->> Catherine gettò sul tavolo dei fascicoli, aprendo alcune pagine per mostrarle allo scienziato, poi aprii il suo PC preparando altro file. L'uomo continuò a sorridere e raggelai: conoscevo perfettamente quell'espressione.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now