Capitolo 15.3

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<<Eccovi, dov'eravate finite?>> ci domandò Laura con le guance leggermente rosse. Lei e Isabella dovevano aver bevuto qualche bottiglia di birra mentre aspettavano me e Lilith. Vidi delle lattine vuote, vicino al muretto su cui sedevano la mia migliore amica e la etnografa e poi mi soffermai sui loro occhi vivaci; erano brille.
<<Giusto! Smettetela di lasciarci sole...>> commentò Isabella, tirando fuori dal nulla una bottiglia di vino, per poi bere a canna.
<<Isabella!>> gliela strappai dalle mani, esterrefatta dal suo comportamento. Pensai che i ruoli si fossero invertiti, ma osservandola meglio, compresi che anche lei aveva bisogno di bere per dimenticare.

<<Sai Tara, sei proprio il mio tipo... ma da quando Isabella mi ha detto che eri super mega innamorata di una celebrità>> e portò gli occhi a Lilith, con un sorriso timido sul volto: <<ho capito di non avere alcuna possibilità!>>
<<Ben detto>> commentò Isabella portando il suo braccio attorno alle spalle di Laura.

Imbarazzata mi volta verso Lilith che mi stava fissando con fronte corrugata: <<Tara, non sapevo che tu fossi così popolare...>> il suo sorriso era falso. Allarme!
<<No... ehm, non è come pens->> cercai di spiegarmi, ma Laura si spostò dal muretto, con un'espressione sconcertata: <<Ah! Tara mi sono dimenticata di dirti che ti cercavano Teresa e Willy. Volevano parlarti di qualcosa... non ricordo->>
<<Ah, sì..?>>
<<Quanta gente ti cerca...>> sussurrò la corvina, con un tono di voce freddo e indecifrabile.
<<Teresa sembra stracotta di te!>> ridacchiò Laura, dopo essere rimasta silenziosa per qualche attimo, mentre osservava il terreno. Mi domandai se fosse veramente vino quello che avevano bevuto e afferrando la bottiglia dalle mani della bruna, annusai il contenuto, per poi fare una smorfia di disgusto.
<<Oh! Una rubacuori la nostra Tara!>> la mia amica voleva uccidermi per caso?
<<Andiamo via per favore?>> strinsi i denti, afferrando per il braccio Isabella per invitarla a seguirmi, ma la sua resistenza, mi costrinse a lasciarla andare, per evitare il rischio di farle male involontariamente.
<<Lilith... lo sai, no?>> sussurrai alla corvina, decisa di risolvere immediatamente l'incomprensione, anche se, -lo dovevo ammettere-, vederla gelosa era davvero piacevole; vidi la sua frustrazione, qualcosa di così tangibile, che mi ricordava l'effetto che avessi su di lei e i sentimenti che ci legavano.

<<Che cosa?>> mi domandò lei, mantenendo un'espressione neutra.
<<Che ti amo>> risposi, sorridente, sperando che fosse abbastanza per farla sciogliere, almeno per il momento e, per mia fortuna, fu così.

***

<<Tara, forse è meglio se parliamo un po'->>

Dopo aver recuperato Laura e Isabella dallo stato di ubriachezza improvvisa, tornammo all'hotel, colte tutte da una stanchezza più che giustificata.
Io e Lilith ci eravamo rifugiate nella mia stanza, ma a differenza delle promesse seducenti fatte in riva al lago, ci ritrovammo in una situazione spiacevole. Almeno per me.

Sapevo di che cosa volesse parlare, semplicemente dal suo sguardo: i suoi occhi erano timidi, probabilmente per la sofferenza che temeva di scatenare con quella richiesta quasi sussurrata.
Sentivo già il cuore fremere e la pelle scaldarsi e non era una sensazione piacevole.

<<Di che cosa dobbiamo parlare? Ho detto tutto... no?>>
Lilith scosse la testa, afferrando la mia mano e portandosela in grembo; eravamo sedute sul materasso, spalla contro spalla, con la schiena allo schienale in legno del letto.
Portai gli occhi al muro di fronte a me, osservando un piccolo quadro, appeso sopra un mobiletto, che raffigurava uno dei laghi di Williams. Tentai di farmi avvolgere da quelle sensazioni di calma che ricordavo dalle mie passeggiate nel verde della città e aprii le labbra per parlare: <<Io... non ricordo bene.>>

Injection: Phoenix RiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora