Capitolo 8.3

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LILITH

Andare al Chase Field con Tara era stata una scelta avventata.

Fin da subito avevo capito che quella ragazza sarebbe stata un magnete irresistibile e come una stupida, ci ero cascata immediatamente. Dopo aver passato tutte quelle ore insieme, mi ero resa conto di provare qualcosa di più di una semplice cotta: la sua vicinanza mi agitava, mi rendeva nervosa, e il mio cuore batteva forte quando la baciavo e sentivo le sue mani sul mio corpo. Quando guardavo i suoi occhi sempre sinceri e ammiravo le sue labbra piene e morbide, mi ritrovavo catturata da lei, senza via di scampo.

Avevo avuto un assaggio di quello che saremmo potute essere, ora non potevo più ignorare i miei sentimenti per lei.

Adesso rischiavo di perderla per sempre.

Catherine aveva istruito la folla di uscire dallo stadio e mi stava impedendo di raggiungere Tara, che era fuggita dal campo inseguita dall'uomo armato.

Ad ogni sparo sussultai, immobilizzata dal terrore.

Poi giunsero le volanti della polizia di Phoenix e le ambulanze e Catherine li raggiunse per spiegare la situazione; fu allora che iniziai a correre, scendendo le scale per andare nel campo e raggiungere Tara. Avevo visto in che porta era entrata, perciò senza pensarci due volte, seguii la stessa direzione.

Con l'ansia che attanagliava il mio stomaco e la paura che stringeva sempre di più la sua presa alla mia gola, percorsi un lungo corridoio dopo aver superato gli spogliatoi, prendendo il mio telefono dalla tasca dei jeans e accendendo la torcia. La luce del telefono non era abbastanza e l'area rimaneva immersa nell'oscurità, impedendomi di avere una visione completa dello spazio che mi circondava, inoltre non udivo rumori, se non il mio respiro pesante ed agitato.

Potevo essere in trappola.

<<Tara?>> Chiusi gli occhi trattenendo a stento le lacrime che riempirono i miei occhi quando pensai a quello che poteva essere successo alla ragazza.

Perché quell'uomo aveva cercato Tara? Che cosa voleva da lei?

Mi appoggiai alla parete ruvida, camminando verso una meta sconosciuta, poi udii un lamento e mi fermai. Percepivo un respiro oltre al mio.

Abbassai il telefono per far sì che il fascio di luce illuminasse dritto davanti a me. Mi ritrovai in una sorta di magazzino: vidi macerie, confusione, come se ci fosse stato un cataclisma pochi attimi prima.

Portai una mano al volto asciugando le lacrime e mi feci forza, continuando ad osservare i miei dintorni.

Non poteva essere morta, giusto? Tara aveva resistito all'impatto di un camion e di un treno, il suo corpo non era vulnerabile come quello di una persona normale.

Portai il telefono alla mia destra, rimanendo attenta a qualsiasi movimento avrei avvistato. Al centro della stanza il pavimento era distrutto, come se qualcosa di molto pesante ci fosse caduto sopra. Fu allora che notai del sangue macchiare la superficie frastagliata sotto i miei piedi e crollai a terra, perdendo forza nelle gambe.

Sentii un altro lamento e sussultai di nuovo. Mi voltai e il flusso di luce illuminò un corpo rannicchiato accanto alla parete, che non avevo visto quando ero entrata nel magazzino. Il mio iniziale terrore lasciò spazio al sollievo quando vidi Tara.

<<Tara! Che cosa è successo? Stai bene?>> le chiesi fra le lacrime, prendendo il suo volto fra le mani e osservando il sangue che colava dalla sua tempia. Lei mi rivolse un sorriso debole e socchiuse gli occhi appoggiando la fronte contro il mio petto. La strinsi fra le mie braccia senza fare altre domande, poi le chiesi se riuscisse ad alzarsi per seguirmi e fuggire via da lì.

Injection: Phoenix RiseOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz