Capitolo 13.1

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<<Non è possibile

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<<Non è possibile...>>

Mi accovacciai a terra, accanto alla mia auto, portando il capo fra le mani e strofinandomi il volto per cercare di cacciare via la sonnolenza. Guardai l'orario sullo schermo digitale dell'auto e lasciai andare un lamento di frustrazione: erano le 2:35 di mattina e non sarebbe passato nessuno da quelle parti, se non per miracolo.
Mi guardai attorno, presa alla sprovvista dall'immensità del paesaggio a cui non ero affetto abituata, visto che la mia realtà di sempre era caratterizzata dalla concentrazione di edifici e il traffico ad ogni ora del giorno. Davanti ai miei occhi si presentavano distese piane e nella lontananza qualche superficie in rilievo rocciosa. Certo, non mi dispiaceva in quel momento, ma non ero un'amante del buio e dell'isolamento, specialmente nelle condizioni sia mentali che fisiche in cui mi ritrovavo.

Lanciai un'occhiata al veicolo che guidavo da qualche ora e mi domandai se il destino avesse qualche problema con me o se fossi semplicemente sfortunata: mentre guidavo, ad un certo punto l'auto aveva smesso di funzionare, così dal nulla!

<<E ora che cosa diamine faccio?>> dissi a me stessa, sconfortata, ma non ebbi modo di arrabbiarmi ulteriormente col mondo, poiché vidi dei fari in lontananza e mi rialzai di fretta appena me ne accorsi. Mi fiondai sulla strada, alzando le braccia, con la speranza che l'unico essere vivente che girava a quell'ora, si fermasse per aiutarmi.

Le mie preghiere furono ascoltate (almeno quelle) e la macchina scura rallentò fino a fermarsi vicino a me, a pochi metri di distanza dal mio veicolo. Si abbassò il finestrino e cercai di sembrare la persona più normale e sincera del mondo, colta dall'improvviso timore che il mio aspetto potesse spaventare lo sconosciuto.

<<Ehi, che fai in giro a quest'ora?>> Rimasi piacevolmente sorpresa nel vedere una ragazza giovane e dal sorriso amichevole: aveva gli occhi scuri, capelli biondo cenere e un'espressione rilassata. Dal suo accento compresi che non era di queste parti.

<<Potrei fare la stessa domanda anche a te, me come puoi vedere sono un po' in difficoltà in questo momento.>> Indicai con un cenno del capo verso l'auto e la ragazza seguì la direzione del mio sguardo.

<<Che cosa è successo?>> chiese, uscendo dall'auto e avvicinandosi a me.

<<Si è fermata così all'improvviso.>>
La donna, poco più alta di me, raggiunse il mezzo e lo guardò un po', per poi aprire il cofano e tossire a causa del fumo che ne uscì fuori.

<<Penso che non ci sia nulla da fare... Dove eri diretta?>>

<<Non avevo... Una meta precisa in mente.>>

La ragazza sollevò gli occhi su di me, incuriosita dalle mie parole: <<Se ti va conosco un posto qui vicino dove potresti fermarti finché non si risolve la situazione... Hai provato a chiamare qualcuno?>>

<<Ehm, sì... Poco fa ho chiamato il servizio manutenzione dell'agenzia di noleggio da cui l'ho presa, ma nessuno ha risposto.>>

<<Penso che dovrai ritentare domani.>> La donna chiuse il cofano e si diresse alla sua macchina, facendomi segno di seguirla. Io la osservai in silenzio, confusa dalla sua grande disponibilità, poi racimolai le mie cose e le sistemai nel suo veicolo, sedendomi nel posto al suo fianco.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now