Capitolo 25.1

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CATHERINE

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CATHERINE

<<Vincent mi ricevi?>>

<<Catherine non crederai mai quello che sto vedendo, sotto Gilbert->> la linea si interruppe e non riuscii più a parlare con Vincent.

Ero uscita di corsa dal tribunale, seguita da Diana, e non avevo sprecato un secondo, saltando nel mio veicolo per guidare verso Gilbert. Vincent mi aveva chiamato affermando che aveva scoperto il punto in cui avevano nascosti i bambini, ma prima che potessi scoprire dove si trovasse era saltata la linea.

<<Dannazione!>>
<<Molto probabilmente saranno in un posto abbandonato, quanti ce ne saranno a Gilbert? Non conosciamo che posti frequentasse Marc da adolescente, ma sappiamo che è cresciuto in un orfanotrofio e se fosse proprio lì?>>
<<Inoltre è abbandonato...>> Diana annuì, confermando le mie ipotesi, così mi decisi ad agire, seguendo i miei istinti. <<A tutte le unità disponibili, raggiungeteci a Gilbert. Livello di emergenza non ancora accertato->>

Avevo cercato di convincere Diana a non seguirmi, ma aveva insistito che ci sarebbe stato bisogno di un medico sul campo; mi ero promessa che al minimo accenno di pericolo la avrei rispedita indietro, aspettando la squadra di soccorso.

Non eravamo pronte per quello che ci avrebbe aspettato.

Arrivate all'orfanotrofio, ci ritrovammo nel bel mezzo del nulla, un paio di chilometri distanti dal centro di Gilbert e un cancello enorme ostacolava il nostro passaggio. Scesi dalla macchina, guardandomi attorno: il cielo era chiaro ma non sarebbero passate molte ore che giungesse la sera.

<<Provo a spostarlo.>> Comunicai a Diana che mi fece un segno di assenso con la mano e a pochi passi dal cancello vidi che non aveva catene a bloccarlo, così mi limitai a spingere e con un po' difficoltà riuscii ad aprire il passaggio; salii quindi in macchina imboccando la strada che avrebbe portato all'edificio abbandonato. Dopo pochi metri ci ritrovammo in mezzo agli alberi, su un terriccio umido coperto da un tappeto di foglie morte.

<<Mette i brividi questo posto.>> sussurrò la bionda guardandosi attorno. Le afferrai la mano, stringendola: <<Almeno siamo insieme.>> Diana mi sorrise.

Presto fermai la macchina davanti ad un grande edificio diroccato: un colore marrone sbiadito ricopriva l'intera struttura, insieme alle pianti rampicanti che stavano cercando di soffocare e stringere l'orfanotrofio. Le finestre che stavamo vedendo erano distrutte, qualche anta era caduta sul cortile, altre si reggevano a fatica. Quando aveva subito un tale deterioramento?

<<Entriamo?>> Diana aveva raggiunto l'entrata principale e aveva la mano sulla maniglia della porta. Camminai vicino a lei prendendo la pistola ed entrammo. La stanza che si presentò davanti a noi sembrava uscita da un horror: un lungo corridoio era abitato da detriti e pezzi di quello che doveva essere il telaio di qualche letto; tenevo la pistola con presa salda, concentrata su quello che dovevamo fare. Mentre camminavamo provai a contattare Vincent ma fu inutile.

Injection: Phoenix RiseOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz