Capitolo 23

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Periferia di Phoenix - 8:05 p.m.

VINCENT

Catherine era stata chiara con me: non avrei dovuto attirare l'attenzione visto che non ero un perfetto un cittadino e avrei potuto facilmente far cadere il mirino su di me. Dopotutto ero stato coinvolto negli affari di D'Owel anche se non lo avevo conosciuto personalmente. Effettivamente non avevo dato nell'occhio, ma un ex collega si era accorto di me proprio mentre camminavo per la periferia e ci eravamo scontrati: io avevo tentato di seguirlo per fermarlo, così era iniziato proprio l'inseguimento che volevo evitare. Tra i vicoli non era difficile orientarsi per uno come me, che aveva frequentato quelle parti per anni, ma anche l'uomo che seguivo era abile in questo. Lo avevo visto bene in faccia: aveva i capelli scuri, con qualche ciuffo grigio, la barba incolta e gli occhi arrossati. Era un tipo comune, da queste parti.

Dovevo riprendere fiato, non ero abituato a tanta azione. Per fortuna l'uomo cadde a terra scivolando ad una svolta e lo fermai poco dopo. 

<<Ma che diamine vuoi da me? Vattene!>> urlò cercando di liberarsi dalla mia presa, ma non ci sarebbe riuscito.

<<Non ti toglierò molto tempo. Voglio delle informazioni.>>

<<Ma tu sei... Vincent?!>> Si bloccò all'improvviso, fissandomi con stupore. Io mi allontanai lentamente e una volta in piedi gli diedi una mano:

<<Proprio io... scusami ma non ricordo il tuo nome.>>

<<Trevor->> grugnì, sistemandosi i vestiti. Vide una chiazza sui suoi pantaloni e fece una smorfia: <<Chissà su cosa sono caduto. Maledizione!>>

<<Che ne dici se ti offro una birra e parliamo un po'? E' ancora aperto Jerry's?>>

<<Sì, quel vecchio non creperà molto presto.>>

Raggiunta la birreria di Jerry, un vecchio posto sempre con poche luci e gente di ogni tipo, ci sedemmo ad un tavolo qualunque e dopo qualche bicchiere Trevor cominciò a straparlare: <<Non ci sto più in quella merda... come te, no? E' diventato troppo- vedere quei bambini... non fa per me. Cioè capisci? Se fossero adulti e uomini a cui insegnare una lezione... ma bambini. E' troppo dico-! Non ho più niente a che fare... da un po'... come te, però ecco, se sei qui per questo, non ho risposte per te! Capisci?>>

Io lo feci parlare, assecondandolo al momento giusto; conoscevo tipi come lui, ubriaconi come lui. Non aveva esitato ad ordinare due o tre bicchieri insieme, affermando che in quel modo si sarebbe risparmiato il tempo da aspettare per avere altro alcol.

<<Allora sai che cosa è successo a quei bambini?>>

<<Che cosa è successo? Che cosa diamine stai dicendo... sono ancora là le povere bestie. Poveri bambini. Quei marmocchi mi facevano pena! Quel dannato scienziato è pazzo, ma tu sai bene di che cosa parlo Vincent->>

<<Hanno spostato i bambini, sai per caso dove?>>

<<In che... che cosa vuoi da me? Sei con la polizia ora?! Maledizione Vincent->>

<<No, ma quei bambini non lo meritano, dico bene? Trevor anche tu ci pensi, te lo vedo in faccia... ascolta->> preoccupato che volesse andare via o peggio che si arrabbiasse iniziando una rissa, decisi di confessare alcune cose riguardo il mio passato per fermarlo, sapendo che solo in quel modo avrei potuto catturare la sua attenzione.

<<Anni fa ho trovato un bambino da queste parti. Era molto piccolo, forse aveva quattro o cinque anni- quello che importa è che era già un combattente e vagava da solo, non c'era nessuno con lui. Un giorno però questo bambino è stato preso da due persone, un uomo e una donna, che lo hanno portato in un edificio abbandonato della periferia per fargli del male. Pensavano di poter scoprire chissà quale farmaco o cura e di poterla sperimentare sul suo piccolo e fragile corpo...>>

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now