Capitolo 15.2

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<<Penso che sia davvero interessante

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<<Penso che sia davvero interessante... mi piacerebbe poter viaggiare e conoscere popolazioni così diverse dalla nostra.>>
<<Adesso vuoi fare anche l'antropologa? Non ti ferma nessuno.>>
<<Sono troppo patita della scienza per farlo e sono sommersa dal mio lavoro>> commentò Lilith ridacchiando.

Stavamo passeggiando lungo il sentiero verso il lago Cataract; il mio desiderio era quello di guardare il tramonto insieme e non mancava molto prima che l'arancio e il rosso serale cominciassero ad occupare il cielo.
La serata era stata piacevole: insieme a Laura avevamo girato nuovamente Williams, per mostrarla anche ad Isabella e Lilith, poi per cena avevamo deciso di fermarci in un piccolo bar; le nostre intenzioni erano quelle di proseguire la "festa" lungo le strade illuminate della cittadella, ma prima di farlo, avevo bisogno di stare da sola con Lilith per un po'. Non riuscivo a toglierle di dosso gli occhi e continuavo a pensare a lei, alle sue parole, alla sua voce fragile e sensuale quando mi aveva detto "ti amo". E ancora non ci credevo che mi amasse: una donna come lei era un sogno per una come me; era irraggiungibile con la sua fama, la sua intelligenza e la sua bellezza, ma era anche vulnerabile come tutti. Aveva le sue paure, i suoi dubbi e insicurezze e non era invincibile.

Questo, però, me la faceva amare ancora di più. In primo luogo non mi aveva attratto il suo carisma da celebrità, ma quella gentilezza che portava sempre negli occhi e quella deliziosa timidezza che mi aveva mostrato fin dall'inizio.

<<Questo è un sentiero che percorrevi in questi giorni?>>
<<Qualche volta sì. Venivo per camminare, correre e delle volte allenarmi, ma era piuttosto inutile.>>
<<Allenarti?>>
Strinsi la mano di Lilith e rallentai, vedendo che mancavano pochi metri alla nostra destinazione; la stavo conducendo nel posto che frequentavo per soffermarmi a guardare il lago e la natura circostante, un posto che si trovava poco distante dal sentiero frequentato dai turisti e cittadini.

<<Sì, non era nulla di articolato o complesso. Cercavo di controllare la mia forza... ci provavo almeno.>>
<<E..?>>
<<E le cose non stavano migliorando, ma nelle ultime ore, mi sto sentendo meglio, inoltre non ti sto facendo del male e questa è un'enorme vittoria per me. Quando sono scappata da Phoenix ero fuori controllo e non mi riconoscevo più...>>
Mi fermai in riva al lago, poi stesi la coperta che mi ero portata dietro dall'hotel e ci sedemmo strette l'una all'altra.

<<Dev'essere stato spaventoso Tara... non immagino nemmeno.>>
Lilith mi abbracciò, facendo carezze circolari sulla mia schiena e baciando il mio volto con una dolce calma. Quanto la desideravo, quanto era forte quell'emozione che riempiva il mio stomaco, il mio petto e la mia gola; nulla al mondo riusciva ad infiltrarsi in quella bolla d'amore quando eravamo unite e mi sentivo così stupida ad aver pensato che i nostri sentimenti non sarebbero stati abbastanza per andare avanti insieme senza ferirci.
Avvicinai le mie labbra al suo collo, iniziando con baci leggeri e accarezzando la sua pelle con le mie labbra, poi mi feci più insistente, mordicchiando e concentrandomi nei punti in cui era più sensibile. Il suo respiro, i suoi ansimi e il suo calore, erano come benzina per quel fuoco che ardeva dentro di me e che voleva inghiottire anche lei.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now